20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Fino al 26 novembre

‘La collezione d’arte Chiandit’: Ultima mostra di palazzo Belgrado nella chiesa di Sant’Antonio

‘Questa mostra rappresenta un importante biglietto da visita per la città, per i friulani, per tutta la nostra regione’ ha fatto notare il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini soffermandosi sull’alta qualità dell’iniziativa dove si coglie ‘la potenza della cultura friulana’

UDINE - Un viaggio nel ‘900 friulano attraverso i pezzi della collezione privata di Marcellino Chiandit. E’ la proposta espositiva organizzata dalla Provincia di Udine, curata dal Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo e resa possibile grazie al fondamentale contributo della Fondazione Friuli. Oggil’inaugurazione nella chiesa di Sant’Antonio abate dove la mostra rimane visitabile fino al 30 novembre. L’esposizione rappresenta un cambio di passo rispetto alle precedenti organizzate dalla Provincia, dedicate a un artista o a una famiglia di artisti, poiché presenta un’ottantina di opere messe a disposizione da un grande appassionato d’arte friulano. Si tratta dell’ultima rassegna curata dalla Provincia di Udine e costituisce una summa delle precedenti organizzate dall’Ente nell’arco di un ventennio, poiché comprende molti degli autori cui sono stati dedicati i progetti monografici: da Giorgio Celiberti a Max e Giulio Piccini, da Angelo Modotto a Nando Toso. ‘La Provincia di Udine ha fatto mostre dedicate agli artisti friulani accompagnate da preziosi cataloghi che costituiscono una ricca biblioteca artistica’ ha affermato il presidente Pietro Fontanini introducendo la cerimonia del taglio del nastro, occasione anche per ribadire che ‘la collezione custodita dalla Provincia di Udine deve rimanere patrimonio dei friulani, deve rimanere qui, non essere trasferita nel mare magnum della Regione, rischio che purtroppo si sta correndo’. ‘Questa mostra rappresenta un importante biglietto da visita per la città, per i friulani, per tutta la nostra regione’ ha fatto notare il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini soffermandosi sull’alta qualità dell’iniziativa dove si coglie ‘la potenza della cultura friulana’. Giuseppe Bergamini, direttore del Museo Diocesano ha auspicato che ‘altre istituzioni utilizzino lo spazio della Chiesa di Sant’Antonio abate, che ha ospitato le tante mostre della Provincia, per far crescere la cultura e l’arte friulana’. Plauso all’iniziativa e al collezionista dal sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, comune d’origine di Chiandit.

Un’occasione unica e irripetibile
Questa mostra, progetto cui Francesca Musto, assessore provinciale alla cultura fino al mese di gennaio, ha voluto dare continuità coadiuvata da Gabriella Bucco, rappresenta un’occasione unica e irripetibile per osservare le opere acquisite da un collezionista che si era affacciato al mondo dell’arte come pittore, per poi dedicarsi alla raccolta non solo di pitture e sculture, oggetto dell’esposizione, ma anche di stampe, grafiche, fotografie, libri, oggetti religiosi e profani. Si potranno ammirare una sessantina di dipinti e una ventina di sculture di artisti, friulani per lo più, che si datano dai primi anni del ‘900 agli anni ’70 e ’80. Le opere rappresentano dunque un viaggio nel ‘900 friulano, nel mondo del collezionista e nel suo modo di intendere il Friuli, costituito in prevalenza da paesaggi e nature morte. Con opere di dimensioni contenute, atte quindi a essere ospitate in una casa privata, abbinando con attenzione cornici e dipinti, la collezione Chiandit permette di seguire lo sviluppo dell’arte friulana del Novecento in cui autori figurativi si mescolano ad altri astratti. Agli autori della prima metà del ‘900 Alessandro Del Torso, Vittore Antonio Cargnel, Livio Bondi, Domenico Someda, Domenico Bortoluzzi, Marcelliano Canciani, Alice Dreossi, Luigi Bront, Arturo Colavini, Marco Davanzo, Giovanni Napoleone Pellis, Antonio Gasparini, Francesco Sartorelli, Italico Brass, Emilio Caucigh, Edoardo Del Neri, Enrico Ursella seguono quelli della seconda metà del secolo Anzil, Enrico de Cillia, Ferruccio Lessana, Giuseppe Liusso, Toni Menossi, Ernesto Mitri, Fred Pittino, Giovanni Saccomani, Guido Tavagnacco, Nando Toso, Renzo Tubaro, Angelo Variola, Luigi Zuccheri, Carlo Ciussi, Giuseppe Macor, Marino Sopracasa, Johannis Luigi Rapuzzi.  Accanto ai pittori della Scuola d’Avanguardia friulana come Angelo Modotto e Darmo Brusini sono rappresentati i neorealisti Sergio Altieri, Ugo Canci Magnano, Federico De Rocco, Tiziano Turrin, Giuseppe Zigaina. Non mancano neppure gli artisti più vicini all’astrazione come Mario Baldan, Afro e Mirko Basaldella, Gianni Borta, Giorgio Celiberti, Aldo Colò, Mario Di Iorio, Albino Lucatello, Cesare Mocchiutti, Nane Zavagno. Tra le curiosità uno dei primi quadri di Giuseppe Zigaina eseguito in collaborazione con Fioravante Gratton, mentre tra gli scultori si annoverano Alfondo Canciani, Mirko Basaldella, Dora Bassi, Darko Bevilacqua, Ugo Carà, Luciano Ceschia, Luciano del Zotto, Antonio Franzolini, Marcello Mascherini, Mario Moretti Aurelio Mistruzzi, Pino Mucchiut Carlo Marx Piccini e il figlio Giulio con opere in bronzo, terracotta, ceramica e gres.     Giuseppe Bergamini e Gabriella Bucco sono i curatori della mostra e del catalogo, edito dalla Lithostampa, mentre Dania Nobile ed Enrico Valoppi hanno curato il coordinamento e la segreteria. Il progetto dell’allestimento è di Alvise Rampini in collaborazione con Teknik e Seri, la campagna fotografica è di Renata Viola. La mostra resterà aperta fino al 26 novembre con i seguenti orari da mercoledì a lunedì 10/13 e 15/18, chiuso il martedì.