1 maggio 2024
Aggiornato 18:30
L’Italia a marzo è stata condannata dall’Ue

Uccide il figlio, ma siccome era adottivo, per l’uomo niente ergastolo

Era il 26 novembre del 2013 quando il muratore Andrei Talpis (ora in carcere), moldavo di 49 anni, uccise con una coltellata il figlio Ion, che di anni ne aveva appena 19

REMANZACCO - Ha ucciso con una coltellata il figlio 19enne: niente ergastolo, non c’è legame di sangue, il ragazzo è stato adottato dall’uomo che quindi non avrà l’ergastolo. Questo è ciò che ha stabilito la Corte di Cassazione nell’accogliere il ricorso della difesa di Andrei Talpis. Una sentenza che lascia senza parole.

L’Italia è stata condannata dellUe per questo caso
Il caso era arrivato anche sul tavolo dei giudici di Strasburgo che nello scorso marzo hanno condannato l’Italia per aver violato alcuni articoli della Convenzione europea dei diritti umani. In particolare l'articolo 2, sul diritto alla vita, l’articolo 3, in merito al divieto di trattamenti inumani e degradanti; ma anche il 14, che riguarda il divieto di discriminazione. La Corte europea ha inoltre riconosciuto 30 mila euro per danni morali e 10 mila per le spese legali alla donna. Lo Stato italiano è stato accusato di non aver agito con sufficiente rapidità per proteggere la donna e il figlio dalla violenza del marito e padre. La sentenza definitiva solo tra 3 mesi a patto che le parti non facciano ricorso. Pare si tratti della prima condanna dell'Italia, da parte della Corte europea, per un reato riguardante il fenomeno della violenza domestica. Chissà cosa diranno oggi i giudici europei.

Cos’è accaduto la notte dell’omicidio
Era il 26 novembre del 2013 quando il muratore Andrei Talpis (ora in carcere), moldavo di 49 anni, uccise con una coltellata il figlio Ion, che di anni ne aveva appena 19. Il giovane era intervenuto per difendere la madre dalla violenza del marito che quella sera era rientrato nella loro di Remanzacco ubriaco e aveva cominciato una discussione con la moglie, poi degenerata e quindi finita in tragedia, come la cronaca racconta. All’origine del litigio c’era proprio una denuncia della donna, Elizaveta, che aveva allertato i carabinieri. Gli uomini dell’Arma in quell’occasione avevano fatto portare in ospedale l’uomo, evidentemente alterato dall’alcol. Andrei era stato dimesso la sera stessa. Rientrato, si era scagliato contro la donna e il figlio si era frapposto, restando ucciso. Non era la prima denuncia, che risaliva al 2012, cui poi ne sono seguite altre. Richieste di intervento fatte anche da parte dei vicini di casa della coppia.