2 maggio 2024
Aggiornato 13:00
L'analisi

Ciclabile Alpe Adria: le criticità segnalate dalla Fiab

La Federazione Italiana Amici della Bicicletta mette in luce alcuni problemi legati al percorso che da Coccau raggiunge Grado: tratti incompiuti e pericolosi accanto a difficoltà di accesso

UDINE – Non è tutto oro quello che luccica. Se è vero che la ciclabile Alpe Adria è un fiore all’occhiello per il turismo in Fvg, amata e frequentata anche dai ciclisti di mezzo mondo, altrettanto vero è che ci sono ancora delle problematiche da risolvere. A intervenire, a questo proposito, è il Coordinamento Fiab Fvg, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (sezione cicloturismo).
«Siamo i primi a essere consapevoli e ad apprezzare la bellezza della ciclabile, dei paesaggi e dei territori da essa attraversati, e siamo giustamente felici del recente premio di miglior pista ciclabile italiana che le è stato assegnato. Questo però non vuol dire che bisogna chiudere gli occhi davanti ai problemi che ancora deve affrontare chi percorre la ciclabile». In particolare, l'attenzione della Fiab si è concentrata sui tratti incompiuti, su quelli pericolosi e sulle difficoltà di accesso. 

I tratti mancanti del percorso
«Non possiamo dire che la ciclabile Alpe Adria, nel tratto italiano da Coccau a Grado, sia completa - evidenzia la Fiab -. Molto spesso il suo passaggio è previsto su strade statali ad alta intensità di traffico (talvolta anche pesante). E’ vero che si tratta di soluzioni provvisorie, per le quali è prevista la realizzazione di infrastrutture dedicate, ma quanto tempo dovrà passare per vedere realizzati questi interventi? Non possiamo inoltre dire che una ciclabile è completa quando manca un’adeguata tabellazione: quanti cicloturisti si perdono perché non trovano i cartelli indicatori? Si pensi all’uscita da Palmanova, dove invece di prendere la ciclabile molti ciclisti si trovano abbandonati sulla strada statale, e sono costretti a percorrerla fino a Cervignano. E cosa vogliamo dire del tratto fra Gemona e Udine? Qualcuno, eccetto gli addetti ai lavori, conosce l’itinerario della ciclabile in quel tratto?». 

Il nodo sicurezza
Passiamo al tema della sicurezza. «Pedalare da Resiutta a Venzone lungo la statale e affrontare lo svincolo di Carnia - continua la Fiab - non è certamente consigliabile a famiglie con bambini, che invece vi si ritrovano loro malgrado. Lo sapete che alcuni tour operator attendono i loro clienti a Resiutta e li accompagnano con il bus fino a Palmanova? Il passaggio da Resiutta a Carnia lungo la vecchia pontebbana è stato progettato da tempo (il tratto fino a Moggio sarà inaugurato a breve, da Moggio a Carnia, dopo aver discusso per anni su quale fosse la strada da percorrere, si procederà a partire dal prossimo anno), ma quanto dovremmo attendere ancora per veder completata l’opera?».

C'è poi la questione accessibilità
«Terzo tema, non meno importante, quello dell’accessibilità - sottolinea la Fiab -. Ad oggi, poter percorrere una ciclabile anche in condizioni di disabilità ne fa un grosso valore aggiunto. Ve lo vedete il nostro grande Alex Zanardi, con la sua handbike, affrontare la scalinata di Pietratagliata? Si, perché fra gli altri gioielli l’Alpe Adria è anche l’unica pista ciclabile con una scala. Senza contare che molto spesso i cicloturisti viaggiano con ampi bagagli al seguito, con carrelli porta bimbi, porta bagagli o porta animali. Le nostre osservazioni - conclude la Fiab - non sono dettate da un masochistico spirito di autolesionismo, ma siamo mossi dalla presunzione che, una volta rimosse le criticità segnalate, l’Alpe Adria diventi la vetrina della nostra Regione senza alcuna possibilità di contraddittorio».