29 aprile 2024
Aggiornato 03:30
9 maggio 1978

Il giornalista friulano Vadori ricorda la figura di Peppino Impastato

Cerimonia a Cinisi, vicino a Palermo. Molti i giovani presenti, arrivati da tutta Italia. Pochi i siciliani. «Nemmeno una tv al convegno con la figlia di Aldo Moro»

CINISI – Il 9 maggio è una data importante per chi ama la libertà e la democrazia. E’ il giorno in cui, nel 1978, furono ritrovati i cadaveri di due uomini uccisi per i loro ideali: Aldo Moro e Peppino Impastato. Se la fine dell’ex segretario della Democrazia Cristiana resta avvolta nel mistero (si sa che a premere il grilletto furono le Brigate Rosse, ma non si conosce ancora il nome del mandante di quell’omicidio), sulla fine di Impastato non ci sono dubbi. Fu ammazzato dalla mafia e dal boss Tano Badalamenti per il suo modo di fare giornalismo e per le sue parole di denuncia dell'attività criminale di cosa nostra.
Un giorno importante, quindi, per Cinisi, il paese di Peppino Impastato, e per tutta la Sicilia, che il 9 maggio ricordano il fondatore di ‘Radio Aut’ e la sua lotta contro la mafia. Da dieci anni ormai, a Cinisi, il 9 maggio c’è anche un pezzo di Friuli. Ivan Vadori, che proprio alla figura di Impastato da dedicato un documentario, continua a ricordare Peppino non solo recandosi sul luogo dove venne ucciso la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, ma tramandando ai giovani la figura di Impastato.

«Sono giorni di grande emozione – racconta il giornalista Vadori – che hanno visto, nei giorni scorsi, anche l’intervento di Agnese, figlia di Aldo Moro. Un comunista, Peppino, e un democristiano, Moro, accomunati dalla voglia di cambiare il mondo. Mi è dispiaciuto non vedere una telecamera di tv siciliane a questo evento storico. Da giornalista ho provato una grande delusione per questo atteggiamento».
Anche nel casolare dove Peppino è stato ucciso (ancora in mano a un privato, che la politica, nonostante le promesse, non è riuscita a far diventare bene pubblico), in tanti hanno voluto ricordare la figura di Impastato. Pochi, però, i siciliani presenti. «C’erano ragazzi da tutta Italia, ma di giovani siciliani ne ho visto pochi – ammette Vadori –. Mi ha colpito uno studente di Palermo, presente alla cerimonia nonostante la contrarietà delle sua scuola. Mi piacerebbe vedere più ragazzi così, pronti a ricordare la figura di Peppino Impastato, che ha combattuto la mafia con convinzione e caparbietà». Chi non manca mai sono i compagni di Peppino, gli amici dell’epoca. Quest’anno, alle celebrazioni, è spuntato anche uno striscione che chiedeva verità per Giulio Regeni.

Per conoscere la storia di Peppino, Vadori invita tutti a guardare, martedì 10 maggio su Rai 1, il film ‘Felicia Impastato’ di Gianfranco Albano, con Lunetta Savino che interpreta Felicia Bartolotta. «La risposta di ‘mamma Rai’ all’intervista di Riina junior da parte di Vespa», chiude il giornalista friulano.