3 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Terre Alte trascurate

«Basta false promesse: in montagna precarie il 50% delle dirigenze scolastiche»

Dura presa di posizione da parte della Cisl Scuola e della Cisl Alto Friuli rispetto alla questione delle reggenze degli istituti scolastici in montagna e nella pedemontana

UDINE - «Basta false promesse, negli ultimi anni ne abbiamo sentite anche troppe, la situazione invece non cambia, anzi peggiora». Si leva forte e diretto l’appello della Cisl Scuola e della Cisl Alto Friuli rispetto alla questione delle reggenze degli istituti scolastici in montagna e nella pedemontana, che anche in vista del prossimo anno scolastico 2015/2016 farà registrare ulteriori criticità.
«Non ci siamo proprio – denunciano Maurilio Venuti, della Cisl Scuola Alto Friuli e Franco Colautti, segretario generale del sindacato – sulle 19 istituzioni scolastiche presenti nel comprensorio dell’Alto Friuli, solamente 10 di esse (tra Istituti Comprensivi e Isis) avranno il Dirigente scolastico di ruolo: negli altri 9 invece si dovrà continuare ad operare con un preside ‘reggente’. Sfioriamo dunque il 50% di precarietà, dato in costante crescita da un quinquennio a questa parte».
Come sempre, fa notare la Cisl, il territorio a nord di Udine è il più penalizzato, continuando a lasciarlo in balia degli eventi.

L’instabilità indebolisce le scuole di montagna
«Non è lo spopolamento la causa principale della crisi delle scuole di montagna – sottolinea Venuti – ma è proprio la mancanza di stabilità nell’amministrazione e nella gestione dell’istituto ad indebolire queste istituzioni, soprattutto nelle valli interne».Venuti ricorda la promessa dello scorso anno, poi caduta nel dimenticatoio, quando l’allora direttore dell’Ufficio Scolastico regionale, Daniela Beltrame, propose di ovviare al problema delle reggenze con la nomina a dirigente scolastico dell’attuale collaboratore vicario (vice preside), sgravandolo dall’insegnamento: «Dopo quell’annuncio dell’aprile 2014 nulla più si è saputo. Da parte nostra – concludono i rappresentanti sindacali -  ci associamo all’appello di questi giorni dell’assessore provinciale Beppino Govetto e torniamo al contempo a proporre di prevedere nel contratto regionale della Dirigenza, che ai disagi dell’operare in montagna si attribuisca una fascia stipendiale variabile più alta di quella attualmente riconosciuta; una modalità per favorire le eventuali scelte da parte dei dirigenti».