29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Il caso

Il Centro culturale islamico rimuove l'imam di Trieste

Uomo aperto al dialogo, Nader Akkad, siriano, ingegnere, ex ricercatore dell'Ictp, è stato allontanato lo scorso 19 novembre

TRIESTE - L'imam di Trieste, Nader Akkad, siriano, ingegnere, ex ricercatore dell'Ictp di Trieste, è stato rimosso dal ruolo di guida religiosa e di membro del direttivo del Centro culturale islamico di Trieste e della Venezia Giulia.

LE RAGIONI DELL'ALLONTANAMENTO - Uomo aperto al dialogo, protagonista di tanti eventi in città anche con i rappresentanti di altre religioni, è stato allontanato, come riporta una lettera del 19 novembre del presidente del Centro, Saleh Igbaria. Lo scrive Il Piccolo precisando che nella lettera si farebbe riferimento a «gravi irregolarità» e che si tratta della «prima volta che il Centro prende una decisione di tale gravità». L'imam è accusato di essersi «sistematicamente sostituito al presidente senza autorizzazione» e di aver seguito mesi fa, «in rappresentanza del Centro, le elezioni nazionali dell'Unione comunità islamiche italiane senza autorizzazione del direttivo». Per il suo legale, le contestazioni mosse ad Akkad nasconderebbero altre motivazioni come il «non essere in linea con una parte della comunità».

LE REAZIONI - «Spero e mi auguro che l'imam di Trieste non sia stato davvero allontanato per aver dialogato troppo con le altre comunità religiose: il dialogo e l'apertura sono il segno distintivo della nostra comunità e sarebbe preoccupante se qualcuno volesse dare una stretta a un percorso che costruisce integrazione e cittadinanza». Lo afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani. «Su Trieste sembra spirare un'aria poco sana, che favorisce radicalismi di varia natura i quali mettono radici e provano ad alzare steccati. Finora le comunità religiose, indistintamente, avevano dato esempio di come in città fosse possibile la convivenza e positivo il dialogo. Bisogna evitare - conclude - che tutto questo patrimonio vada in frantumi».