19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
La decisione

Trieste, via libera dalla giunta alla riqualificazione di Porto Vecchio

La soddisfazione del sindaco Dipiazza: "Stiamo vivendo una stagione straordinaria di novità e di cambiamenti fondamentali per la città"

TRIESTE - «Stiamo vivendo una stagione straordinaria di novità e di cambiamenti fondamentali per Trieste e in tal senso siamo orgogliosi di poter presentare qualcosa che cambierà per il futuro il volto non solo del Porto Vecchio ma dell'intera città». Con queste parole il sindaco Roberto Dipiazza, che era affiancato dall'assessore comunale all'Urbanistica Luisa Polli e dal direttore dell'Area Città e Territorio del Comune Giulio Bernetti, ha annunciato alla stampa l'approvazione, da parte della giunta municipale, della deliberazione contenente le ‘Linee di indirizzo per la Riqualificazione dell’intera Area del Porto Vecchio’, delibera che andrà ora, orientativamente verso la metà di dicembre, all'esame e al voto del Consiglio comunale.

DI COSA SI TRATTA - «Si tratta, come è evidente, di un provvedimento di importanza essenziale, in un quadro peraltro mai come ora nutrito di decisioni e di realizzazioni rilevantissime», ha proseguito Dipiazza, apertamente rivendicando quanto fatto dall'amministrazione negli ultimi tempi o in fase avanzata e di prossimo avvio, come, sempre nel Porto Vecchio, il nuovo grande parcheggio di Barcola Bovedo, la gara per la rotatoria d'ingresso, i percorsi interni, l'avviso per la realizzazione del nuovo Mercato ittico che potrà venir ‘affiancato’ da una struttura di ristorazione, la ristrutturazione del Magazzino 26 per realizzarvi il previsto ‘Grande Attrattore Culturale Transfrontaliero’, il nuovo Centro Congressi, l'avvio delle procedure per la completa bonifica del Terrapieno di Barcola, il tutto con finanziamenti già ottenuti per oltre 60 milioni. Ma senza dimenticare, anche al di fuori di questa area «topica», le altre 'operazioni' attuate o in corso: Wartsila, l'affiancamento e la collaborazione con l'Autorità Portuale a sostegno dei progressi del Porto Nuovo, l'iter per il nuovo Mercato Ortofrutticolo, solo per citarne alcune tra le più rilevanti. Dopo il sindaco, la parola all'assessore Luisa Polli per illustrare nel dettaglio la delibera appena approvata. Un documento ampio «a lungo e molto approfonditamente ponderato e discusso all'interno dell'amministrazione», ha detto la Polli, che pone e precisa le linee di indirizzo essenziali, ovvero la ‘visione’ dell'esecutivo comunale (che come detto passerà ora alla valutazione dell'Assemblea consiliare) riguardo al futuro dell'intera area ex portuale: una ‘visione’ da tradurre poi in una vera e propria variante urbanistica, tramite un necessario quanto opportuno accordo di programma che dovrà coinvolgere l'Autorità portuale e la Regione, anche con il contributo della Soprintendenza stanti i molteplici aspetti ‘sensibili’ sussistenti in tal senso nell'area vista la sua peculiare connotazione storica.

60 GLI ETTARI A DISPOSIONE DEL COMUNE - «Si tratterà in sostanza – ha detto Polli – di attuare una sorta di co-pianificazione, assolutamente indispensabile stanti i molteplici aspetti e competenze ancora sussistenti e concomitanti in quest'area così importante, un lavoro comune che consentirà a tutti noi di pervenire a una opportuna lettura integrata e condivisa dell'uso del territorio, in una visione d'insieme globale rispondente agli interessi complessivi della città e delle sue attività e prospettive economiche. Sarà anche importante, proprio in tal senso – ha osservato ancora l'assessore all'Urbanistica – chiarire bene, ad esempio, in particolare con l'Autorità portuale, quali possano essere, anche nel dettaglio, le destinazioni d'uso di ognuna delle parti del grande comprensorio».
In un quadro in cui, è stato precisato, in un'estrema sintesi, circa 6 ettari della vasta area rimarranno demaniali mentre i restanti 60 competono al Comune e di questi circa 30 – la metà – costituiranno un patrimonio disponibile da poter far fruttare secondo le migliori opportunità; sempre però, è stato sottolineato, ponendo attenzione ai vincoli esistenti a tutela delle parti più significative.

I CONTENUTI DELLA DELIBERA - Quale specifico indirizzo per le necessarie varianti urbanistiche, la giunta ha quindi approvato – hanno spiegato ancora l'assessore Polli e il sindaco Dipiazza – due schemi rispettivamente intitolati ‘Sistemi del Porto Vecchio’ (che riporta graficamente una suddivisione di massima delle aree ripartite in ‘Sistema dei Moli’ di pertinenza essenzialmente dell'Autorità portuale e di attività attinenti; ‘Sistema misto’ con destinazioni d'uso diversificate dove collocarvi anche una quota residenziale, non superiore tuttavia al 10% complessivo, ha precisato il Sindaco Dipiazza; ‘Sistema Museale Scientifico e Congressuale’ dove si situano i principali edifici, strutture ed eventi di questo tipo, dal Magazzino 26 all'ESOF, al nuovo Centro Congressi, per citarne solo i principali; ‘Sistema Ludico-Sportivo’ che si collocherà in sostanza sul Terrapieno di Barcola bonificato, con gli insediamenti già recentemente annunciati: parco giochi, nuove aree balneari, aree sportive;  il secondo schema (‘Definizione degli spazi aperti’) è dedicato alla individuazione, come dice il titolo, degli spazi aperti pubblici e strutturazioni connesse (aree pedonali, parchi, spazi verdi, itinerari ciclabili, parcheggi ecc.).
Importanti in questo contesto gli indirizzi integrativi precisati nella Delibera, tra i quali il possibile delle ruolo delle aree tuttora in regime di punto franco, quale elemento utile e attrattivo di interessi imprenditoriali di vario livello e specializzazione, compatibili con il riuso dell'area (qui l'assessore Polli ha fatto l'esempio dell'antico porto di Anversa dove la Nescafè si è inserita con particolari produzioni di qualità, anche in quel caso in regime extra-doganale); o anche l'interessante possibilità, nel caso di abbattimento degli edifici privi di valore storico–architettonico-testimoniale (che sono tra l'altro tutelati), di ricostruirne dei nuovi, naturalmente stabilendo precisi limiti in termini di altezza e di volumetria, in regime di ‘ristrutturazione urbanistica’ come previsto dalle vigenti normative, il che consente, diventando anch'esso un motivo non secondario di attrazione, di pagare per tali opere l'IVA agevolata del 10%, anziché del 22%.