3 maggio 2024
Aggiornato 23:30
il premio

Sarah Bradassi, infermiere dell’anno 2017: «Bisogna reinventarsi ogni giorno con umiltà»

Il trofeo Sossi “L’infermiere dell’anno”, nella splendida cornice delle Terrazze, è stato consegnato a conclusione di una affollatissima serata da Armin Curzolo, il marito di Valentina Sossi cui è dedicato il riconoscimento

TRIESTE – E’ Sarah Bradassi l’infermiere dell’anno 2017, a Trieste: la proclamazione nella serata di ieri, venerdì 21 luglio, alle «Terrazze» a Grignano, nell’ambito della annuale Serata di solidarietà del Collegio Ipasvi, che sigla il rush finale del Premio Sossi «L’infermiere dell’anno», giunto alla 4^ edizione, e che lancia contestualmente il bando per l’assegnazione di un progetto proposto da una associazione fortemente radicata sul territorio. Sarah Bradassi è operativa presso il CSM della Maddalena, dopo alcune esperienze alla Clinica Medica e nel Distretto 4 a San Giovanni. E’ risultata vincitrice dopo un testa a testa con tre colleghe approdate insieme a lei alla fase finale: Maria Beatrice Anselmi, Barbara Mazzocchini e Paola Sclauzero. Promosso dal Collegio Ipasvi Trieste con la collaborazione del quotidiano Il Piccolo il premio è finalizzato alla valorizzazione del ‘take care’, prendersi cura, caratteristica prima della professione infermieristica. 

Il premio
A curare ogni fase del Premio, come sempre, la commissione giudicante composta da Franca Masala, Cecilia Trotto, Ariella Raunikar e Massimiliano Pellizzer del direttivo Ipasvi Trieste. Il trofeo Sossi «L’infermiere dell’anno», nella splendida cornice delle Terrazze, è stato consegnato a Sarah Bradassi a conclusione di una affollatissima serata da Armin Curzolo, il marito di Valentina Sossi cui è dedicato il riconoscimento. Il presidente di Ipasvi Trieste Flavio Paoletti ha presentato le quattro finaliste e affidato a Franca Masala il compito di leggere le motivazioni legate all’assegnazione del Premio, che alle preferenze ricevute attraverso il voto dei cittadini incrocia la professionalità e la capacità di relazione umana dei finalisti: doti fondamentali per chi porta avanti ogni giorno la professione infermieristica in prima linea, dalle sale operatorie alle corsie dell’ospedale, alle residenze dedicata a cittadini anziani. «Nel mio lavoro ogni giorno capita di confrontarsi con le crisi importanti dei pazienti – ha spiegato la vincitrice – Fare l’infermiere, in questo contesto, significa reinventarsi ogni giorno con umiltà ma sempre con entusiasmo, per offrire un sostegno concreto, nel segno di un’alleanza terapeutica che portiamo avanti con gli assistiti». «Solidarietà vuol dire anche condivisione e convivialità -  ha sottolineato il presidente Ipasvi Flavio Paoletti – Per questo nel tempo Ipasvi ha avviato a Trieste un momento in cui gli iscritti incontrano i cittadini e le realtà del territorio, in osservanza dei valori della professione dell’infermiere. Il nuovo bando per progetti legati a obiettivi di promozione sociale è aperto fino al 20 ottobre alle associazioni del territorio che vorranno proporsi».