29 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Ripensamenti urbanistici

Mercato del pesce al molo zero? Improbabile

Il Comune fa retromarcia sull’ipotesi del Fish Market in porto vecchio. Giorgi: “Ci vorrebbero almeno tre anni”. D’Agostino: “La priorità è il polo museale”

TRIESTE - Battuta d’arresto sul mercato del pesce in Porto Vecchio. Inizialmente il sindaco Dipiazza prevedeva il trasferimento del mercato dall’ex Gaslini al molo Zero entro l’agosto del 2017, ora l’assessore Lorenzo Giorgi spiega al quotidiano ‘Il Piccolo’ che la riqualificazione dell’area è legata a un finanziamento di 50 milioni che devono arrivare da Roma, quindi la tempistica si allunga a dismisura e gli anni di attesa diventano ameno tre.

Niente Fish Market al molo Zero
Non c’è nemmeno la certezza che lo spostamento avvenga in quella zona, secondo gli ultimi progetti destinata a diventare polo museale, e quindi forse non ideale per l’attracco delle barche. L’iniziale disegno dichiarato da Dipiazza prevedeva una collaborazione con i pescatori: un attracco in zona con un sistema di autolavaggio, indispensabile per il prodotto ittico, un supermercato e un ristorante destinato a servire il pesce appena pescato. Essendo le sponde già rifatte dalla presidente Monassi, si prevedeva un costo minimo per la realizzazione dell’attracco dei pescherecci. Ora invece slitta tutto a data da destinarsi, anzi, la destinazione effettiva non è stata ancora decisa.

Il polo museale
Tra i progetti in corso c’è anche l’ormeggio in pianta stabile della portaerei Vittorio Veneto come attrazione turistica, e questo precluderebbe molte altre iniziative. Per il momento la concessione degli spazi dell’ex Gaslini, attuale sede del mercato ittico, è stata rinnovata fino a dicembre del prossimo anno. La priorità per il porto vecchio, come confermato anche dal presidente dell’autorità aeroportuale Zeno d’Agostino, non è più il fish market, bensì il polo museale e in particolare il museo del mare, previsto nei magazzini 23, 24 e 25.
In sostanza, una «progettazione in corso», come dichiara Giorgi, ma ancora vaga e rallentata dall’ennesima marcia indietro.