20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Interrogato a Trieste Giuseppe Iona

Clan mafioso, si indaga in Fvg

Una n'drina, associazione di stampo mafioso locale, un boss, droga e armi: per la prima volta l'antimafia indaga a Monfalcone. Il commento della presidente Serracchiani

MONFALCONE – Per la prima volta in Fvg, s'indaga su un'associazione a delinquere di stampo mafioso. Precisamente il nucleo della cosca malavitosa è stato individuato a Monfalcone, dove il 51enne Giuseppe Iona agirebbe già da 2008, come capo della 'ndrina friulana. Traffico d'armi e di droga sono tra i capi d'imputazione emersi dalle indagini e dalla testimonianza di un collaboratore di giustizia. Il 'pentito' è intervenuto all'interrogatorio di Iona, a Trieste davanti al direttore della squadra antimafia Carlo Mastelloni e al sostituto procuratore, titolare del fascicolo, Federico Frezza. Il boss del clan locale, calabrese, è noto per la sua attività in campo edile e di movimento terra. Avrebbe un appoggio a Rho, in Lombardia.

L'intervento della presidente Serracchiani contro possibili infiltrazioni
Alla scoperta dell'insediamento in regione di un'associazione di stampo mafioso con base a Monfalcone, è intervenuta la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. «Non si può sottovalutare in alcun modo questo episodio – ha detto - e anche se il nostro è un tessuto sociale sostanzialmente sano, non c'è territorio che oggi possa considerarsi un'isola felice e immune. Quindi, nell'ambito delle competenze attribuite alla Regione, ci consideriamo schierati». Su arginare potenziali rischi in casi di opere e appalti consistenti, Serracchiani ha evidenziato: «ad esempio, nel caso della terza corsia dell'A4, va in questa direzione il Protocollo di legalità per prevenire infiltrazioni mafiose firmato già nel 2013 con le Prefetture territorialmente interessate. Ora stiamo provvedendo al perfezionamento del protocollo, per renderlo aderente ai nuovi disposti di legge. Il nuovo atto, da noi predisposto e condiviso dal Contraente generale, è al vaglio delle autorità centrali, che dovrebbero dare via libera alla firma entro il mese. Questo avviene parallelamente al protocollo di monitoraggio del flusso finanziario, redatto sulla falsa riga di quello riguardante i pagamenti della progettazione definitiva recentemente trasmesso». «Un'attenzione preventiva speciale - ha aggiunto la presidente - pensiamo debba essere rivolta anche al flusso degli ingenti investimenti che sono attesi per la riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste, in modo da assicurare la massima trasparenza di gestione a un contesto che potrebbe apparire d'interesse per operazioni finanziarie poco chiare».