2 maggio 2024
Aggiornato 20:30
A Gardisciuta

Insulti razzisti e svastica, lordata una lapide nell'azienda agricola Podversic

Nella notte ignoti hanno sporcato un masso che segnala l'ingresso a uno dei vigneti dell'imprenditore vitivinicolo. «Non cancellerò la scritta, la venga a pulire l'autore: non sporgerò denuncia»

GORIZIA - «Slavi di m...». E una svastica, tracciata con vernice rossa. Così, la solita mano ignota - armata da una sconfortante stupidità con sfumature razziste - nella notte ha deturpato un masso che si trova all'ingresso di uno dei vigneti dell'azienda agricola Podversic, a Gardisciuta. Un atto insensato, perpetrato nei confronti di un privato che con i propri vini ha portato il nome di Gorizia e del Collio in giro per il mondo. La notizia ha fatto subito il giro dei social network, con condanne pressoché unanimi, mentre è ancora fresco il ricordo dell'imbrattamento del Lapidario del Parco della Rimembranza. Pur profondamente amareggiato, Damijan Podversic, titolare dell'omonima azienda agricola, pare intenzionato a non sporgere denuncia per il fatto. «Quella scritta rimarrà lì per un anno: se l'autore vorrà rimuoverla, anche alla luce del sole, prometto di non rivolgermi alle autorità», spiega con lucida fermezza l'imprenditore.

Podversic: «Lo invito a bere un bicchiere da me»
L'imbrattamento risale a questa notte. «Stamattina la nostra vicina mi ha chiamato per segnalarmi l'episodio. Che dire? Sono dispiaciutissimo», commenta Podversic. L'atto fa male due volte: perché perpetrato ai danni di un imprenditore che ha scelto di investire sul territorio e perché ha lordato una lapide che, in sloveno antico, riporta un'inscrizione tratta da una canzone popolare, che recita: "Una collinetta comprerò, una vite pianterò e gli amici inviterò a bere il vino insieme a me. E quell'invito è valido anche per chi ha compiuto quel gesto: se vuole uscire allo scoperto, sono a disposizione - dice determinato l'imprenditore -. Venga a confrontarsi, se vuole anche a pulire la scritta che ha vergato: penso di non sporgere denuncia, di sicuro non darò seguiti giudiziari se deciderà di farsi avanti». Podversic, nonostante il torto subito, appare calmo e determinato: «Quando vado in giro per il mondo, mi confronto con tanti produttori e imprenditori che sono emigrati. E quando sento i loro figli parlare comunque la madrelingua del padre, mi complimento: le nostre radici non vanno dimenticate. Chi non ama la propria madrelingua non può amare altro, né rispettare gli altri».

«La scritta rimarrà per dodici mesi»
«Ho deciso di non cancellare la scritta per un anno: così la vedranno i turisti che arrivano qui da tutto il mondo per ammirare i nostri vigneti», conferma Podversic. Il masso lordato si trova in un vigneto (impiantato nel 2011) di malvasia istriana, un uvaggio premiato nel 2000 e inserito tra i cento migliori vini del mondo. «Ci porteranno via le fabbriche, ma non potranno mai rubarci l'identità: è per questo che io lavoro, per dare certezze ai miei figli e ai figli di quelli che decidono di rimanere», conclude l'imprenditore.