20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Videogames

High Score: la serie di documentari Netflix sul mondo della videoludica

High Score è una serie di documentari che racconta in modo essenziale e conciso la nascita e l’evoluzione dei videogames dagli anni Settanta fino ad arrivare agli anni Novanta del secolo scorso

L'app di Netflix
L'app di Netflix Foto: Pixabay

Il servizio che offrono le principali piattaforme di streaming video come Disney Plus, Infinity, Prime Video Amazon e Netflix, propone oltre a un vasto catalogo di film, serie tv e cartoni animati, anche un certo numero di documentari, molti dei quali ci danno informazioni utili, in base al loro argomento tematico di riferimento. Questo significa che attraverso Netflix, possiamo apprendere nozioni importanti su un determinato argomento, di natura storica, politica o a tema multimediale. Di recente ci è capitato di visionare la docuserie prodotta da France Costrel dal titolo High Score, rilasciata sulla piattaforma durante l’estate 2020.

High Score è una serie di documentari che racconta in modo essenziale e conciso la nascita e l’evoluzione dei videogames dagli anni Settanta fino ad arrivare agli anni Novanta del secolo scorso. Uno degli aspetti più intriganti e stimolanti è dato dal fatto che per la prima volta in un unico film possiamo scoprire i volti e le voci dei protagonisti della rivoluzione digitale, per il settore videoludico. A differenza del mondo del cinema, della musica rock e di altri contesti, spesso conosciamo a memoria i titoli, la grafica, le musiche di un gioco, ma non sappiamo chi siano gli sviluppatori che li hanno realizzati.

Con la prima stagione di questa docu-serie assistiamo a sei episodi che esplorano diversi aspetti del contesto videoludico anni settanta. Il periodo del boom mediatico, commerciale e di trend tra i giovani in cui esplodeva l’arcade gaming. Ci sono stati di fatto alcuni titoli che hanno cambiato le sorti del settore. In questo articolo ne abbiamo scelto per voi alcuni, che sicuramente avrete già sentito, per un motivo o per un altro.

L’episodio uno che è quello introduttivo ci mostra come il Giappone rispose agli States lanciando la propria offensiva con Space Invaders e con Pac-Man due best seller assoluti del genere, che saranno venduti in formato cartucce dal colosso Atari. Proprio l’azienda californiana domina il circuito delle console domestiche finché un grosso flop non ne segnerà il crollo.

In principio ci fu Breakout, strepitoso successo Atari pubblicato il 13 maggio del 1976. Conosciuto con il nome di Super Breakout il gioco è stato realizzato tramite delle porte logiche, senza l’utilizzo di microprocessori. Ha ispirato a stesura del romanzo di culto scritto da David Sudnow, Pilgrim in the Microworld, nonché l’intuizione del computer Apple II. Breakdown è una serie seminale di giochi di categoria arcade, visto che è stato più volte copiato, omaggiato e reinterpretato con grande successo e fortuna mediatica.

Parliamo di un tempo in cui le cose avvenivano in modo differente, molto spesso lentamente, visto che il successo era spesso legato a un tam tam porta a porta tra le persone, in qualche caso grazie alla pubblicazione di articoli su settimanali e riviste specializzate. Prima dell’avvento di internet e della fortuna del web la comunicazione era lenta e fatto ancora più importante la tecnologia non era ancora considerato un argomento così interessante e ritenuto meritevole di avere spazio per la stampa e l’informazione mainstream. Si tratta di un’epoca in cui anche un certo cinema per giovani e il rock stesso, non erano ben visti dalla cultura dominante, non solo in Europa o in Asia, ma perfino nel Nord America.

Per questo motivo le sale giochi, le fanzine e tutto quello che poteva trattare argomenti di nicchia come i videogames, era una sorta di contesto underground, un po’ sepolto dal resto delle notizie di maggior impatto a livello mediatico. Eppure nonostante questi aspetti mediatici alcuni giochi ebbero un successo clamoroso, grazie anche ad Atari che decise di puntare e di investire in questo ambito. Space Invaders, Pac-man e tutti i titoli legati al Breakout come ad esempio il celebre Arkanoid, diventarono popolari grazie alla vendita delle cartucce per console e videogames domestici e ancora di più grazie ai cabinati che erano prerogativa di bar, sale giochi e centri commerciali. Il mondo della videoludica stava cambiando in fretta e tra un decennio e l’altro si affermò, prima di entrare in crisi economica. Come si vede bene nella docuserie High Score, personaggi come Tomohiro Nishikado, Toru Iwatai, Nolan Bushell e i capi del team General Computer Corporation, ebbero una visione d’insieme e intuirono tutte le potenzialità del contesto del gaming. Oggi consideriamo come degli autentici pionieri questi sviluppatori, produttori e distributori che grazie al loro contributo e alla loro innovazione hanno reso possibile tutto quello che è arrivato nei decenni successi per il mondo della videoludica, che include le realtà di gioco del gambling come i casino digitali, le piattaforme di gaming e le ultime novità per quanto riguarda gli eSport, gli sport elettronici sempre più in voga tra gli appassionati del genere.