18 aprile 2024
Aggiornato 14:00
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Un uomo inventa la batteria che può alimentare lo smartphone per 12 anni

Una risposta al problema delle batterie che durano poco e che non riescono a star dietro alla sempre più maggiore richiesta di energia da parte degli apparecchi tecnologici come per esempio gli smartphone, arriva da uno scienziato ucraino che ha inventato la batteria che dura 12 anni prima di essere ricaricata

Smartphone, inventata una batteria che dura 12 anni prima di ricaricarla
Smartphone, inventata una batteria che dura 12 anni prima di ricaricarla Foto: Shutterstock

Uffa, la batteria è già scarica! Quante volte lo abbiamo magari detto o pensato vedendo la percentuale residua sul display del nostro smartphone? E così siano costretti a dover collegare l’apparecchio all’alimentatore o al power bank per poter continuare a usarlo. E se invece di caricare il telefonino ogni santo giorno (a volte anche due volte al giorno) lo facessimo non diciamo una volta a settimana, ma neanche una volta al mese, bensì dopo 12 anni? Be’, sarebbe di certo qualcosa di eccezionale. E così pare sia. Grazie a uno scienziato ucraino.

Le batterie sono sostanzialmente quelle di una volta
La tecnologia in questi ultimi anni ha fatto pasi da gigante. Ma la stessa cosa non si può dire delle batterie, che perdono colpi quando si tratta di competere con la maggiore richiesta di energia. Al massimo, per farle durare di più, si ricorre a un ‘risparmio energetico’ da parte dello smartphone – spesso con l’utilizzo di apposite App o con il tenere la luminosità al minino e così via.

Una volta ogni dodici anni
La svolta però potrebbe arrivare con l’invenzione del prof. Vladislav Kiselev, ricercatore senior preso l’Istituto di Chimica bio-organica di Kiev. Lo scienziato ha presentato durante il Sikorsky Challenge, un prestigioso concorso internazionale per progetti di ricerca, un prototipo di batteria che potrebbe alimentare uno smartphone per ben 12 anni, senza bisogno di ricariche.

Non accumula ma produce
Qual è il segreto di questa super-batteria? Secondo quanto presentato da Kiselev, la batteria, a differenza delle altre, non accumula l’energia, ma la genera da sé. Il principio è quello che sfrutta un isotopo dell’idrogeno conosciuto con il nome di Trizio. Per mezzo di celle elettrochimiche, secondo lo scienziato, è possibile ottenere una carica di energia che dura molto, molto a lungo.

Nessuno ci credeva
Sebbene l’idea di questa batteria rivoluzionaria sia più che valida, lo scienziato non è riuscito a ottenere un finanziamento per la sua ricerca – strano, ma vero. Allora, come spesso accade, Kiselev e colleghi hanno optato per l’autofinanziamento. Inutile dire che quando ha presentato il suo progetto e prototipo al Sikorsky Challenge, è subito stato avvicinato da diverse aziende interessate – per lo più cinesi. Ora bisognerà attendere che il progetto si concretizzi e anche quali saranno o costi di produzione che incideranno inevitabilmente sul prezzo della super-batteria, tenuto conto che il Trizio non è proprio a buon mercato.