29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Lutto improvviso nel rock

Scott Weiland, la lettera dell'ex moglie: «Non giustificate le rockstar»

Per i suoi figli era già morto da tempo, dice Mary Weiland nella sua lettera aperta. E invita tutti a non glorificare le rockstar

LOS ANGELES - «La verità è che i ragazzi il padre lo avevano perso anni fa. Ciò che hanno perso il 3 dicembre è stata la speranza». Sono parole dure, ma incisive e commoventi, quelle che Mary Weiland, ex moglie di Scott Weiland e madre dei suoi due figli Noah, 15 anni, e Lucy, 13, scrive in una lettera aperta condivisa con il sito americano «Rolling Stone».

La dipendenza dalle droghe
L'ex marito, una delle anime e voci del grunge anni '90 insieme agli Stone Temple Pilots, è stato trovato morto giovedì notte sul suo tourbus, poco prima di un concerto con la sua band attuale, i The Wildabouts. Cosa abbia procurato la morte del cantante a soli 48 anni non è stato ancora stabilito chiaramente (sul luogo del decesso sarebbe stata ritrovata una piccola quantità di cocaina), ma che per tutta la vita Weiland abbia lottato contro la dipendenza dalle droghe, in particolare dall'eroina, non è certo un mistero. Del resto, anche il divorzio da Mary nel 2008 per «differenze inconciliabili» era stato determinato dai comportamenti di lui, finito spesso anche in galera per possesso di sostanze stupefacenti.

La testimonianza di Frances Bean Cobain
Una vita tormentata da rockstar, quella di Scott Weiland, che chi una vita così la «subisce e soffre» da vicino invita a non mitizzare. Dà l'esempio Frances Bean Cobain la figlia di Kurt, che ha più volte dichiarato: «Non conoscerò mai mio padre perché è morto giovane. E non è una cosa da romanticizzare: morire giovani non è cool».

Un appello accorato
«Anche dopo che Scott e io ci siamo separati», scrive Mary Forsberg nella lettera, «ho trascorso del tempo infinito a cercare di calmare le sue crisi paranoiche, spingendolo sotto una doccia e imbottendolo di caffè, solo per riuscire a portarlo a vedere gli spettacoli dei figli. Questi brevi incontri erano dei tentativi di far sentire i bambini a loro agio con il padre, ma presto si sono rivelati qualcosa di spaventoso. Trascorrere tanti anni con Scott aveva portato anche me ad avere un disturbo bipolare. Temevo che lo stesso sarebbe potuto accadere ai bambini». Mary continua precisando: «La nostra intenzione non è sminuire il talento eccezionale di Scott» ,consapevole del rischio che le sue parole e il suo messaggio fossero fraintesi «Ma ad un certo punto qualcuno deve farsi avanti e dire che sì, questo succederà di nuovo, perché la nostra società quasi lo incoraggia. Leggiamo recensioni di show orrendi, guardiamo video di artisti che cadono sul palco o sono incapaci di ricordare i loro testi. E poi clicchiamo su Aggiungi al carrello, perché quello che dovrebbe stare in un ospedale viene invece considerato arte». E tristemente conclude: «Vorremmo che per la prima volta una tragedia di questo tipo non venisse glorificata con discorsi sul rock and roll e i suoi demoni. Non comprate una deprimente T-shirt con sopra scritto "1967-2015" e usate quei soldi per portare un bambino allo stadio o a prendere un gelato».