18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Musica live

Jovanotti, è partito «Lorenzo nei Palasport» per farci coraggio

Un concerto in tre parti; una più funky, quella lenta e quella rock'n'roll che non smetterà di incantare chi se lo vorrà godere

RIMINI - «Lorenzo nei Palasport» è iniziato ieri sera al 105 Stadium di Rimini. Lorenzo cambia assetto, cambia scaletta, cambia palco ma rimane un giocoliere dell'energia sin dalle prime note di questo nuovo concerto: «È un inizio non inizio, quasi al buio. Anche se questo spettacolo è parente dell'altro, l'idea di fondo è la stessa».

Le canzoni
La scaletta invece cambia, che parte con E non hai visto ancora niente prima di Sabato, il medley Tensione/Coraggio/Wanna be starting something e una dilatata e strapotente Ombelico del mondo. Lo show corre velocissimo ed è sostanzialmente suddiviso in tre parti: «La prima è più elettronica, quasi scura, quella centrale è più lenta e quella finale è funky, festaiola, in fondo i miei concerti sono sempre rock'n'roll». Ventisei brani con qualche cambio a seconda delle serate.

La scenografia e il dj set
Nella scenografia c'è un filo teso che appare sulla passerella durante Mi fido di te e sul quale Jovanotti finge di camminare in equilibrio. È un effetto digitale che funziona sul serio, introduce l'atmosfera scatenata del Più grande spettacolo dopo il big bang e fa il paio con la sua apparizione a metà concerto al banco del mixer dove fa un veloce dj set come ai bei tempi. Il riferimento è chiaro, il funk, ritmo di lotta e di liberazione dai tempi cupi, è lo stile giusto per ribellarsi al nostro mondo triste e impaurito, per farci forza e darci coraggio. «Coraggio è la parola che vi affido stasera - dice - tenendone un pezzo anche per me».

E su Parigi...
Su Parigi Lorenzo dice: «E' cambiato l’umore di tutti. Nei giorni scorsi l’atmosfera era cupa, nei corridoi del palasport c’era un silenzio irreale. Non è facile andare in giro con un tour in questo momento, quando vengono colpite le persone che ti assomigliano, in cui ti riconosci, i luoghi che anche tu frequenti. Ci ho pensato a lungo, poi ho capito che la scelta giusta è fare ciò che faccio, meglio che posso, senza neppure parlare dei fatti di Parigi: la mia risposta è tutta nelle canzoni, nei ritmi, nei costumi». E lo faranno per altri trenta concerti.