19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Cinema novità

Steve Jobs, Danny Boyle racconta il guru di Apple

Un film sulle contraddizioni dell'uomo che ha cambiato parte della nostra vita con le sue invenzioni, interpretato da un grande Michael Fassbender

ROMA - Danny Boyle presenta a Roma in un'anteprima per la stampa il suo attesissimo biopic, Steve Jobs, che racconta tre momenti fondamentali della vita del creatore di Apple.

Un uomo e tutte le sue contraddizioni
«Volevo portare sullo schermo un uomo senza pace, un genio, con una mente decisa che vuole dare forma al mondo - spiega il regista al termine della proiezione - il personaggio che vedete sullo schermo mostra tutta la sua umanita' con le sue debolezze e la sua grandezza. Prima di fare il film l'immagine che avevo di Jobs coincideva con i lanci dei suoi prodotti. Confesso - aggiunge - che non e' stato mai un mito per me, ma ha cambiato il mondo e tutti siamo partecipi della sua eredita', tutti utilizziamo i suoi prodotti. Quel che ho cercato di fare e' stato di dare un'immagine vera della persona con lati chiari e altri oscuri». Il film uscirà in Italia il 21 gennaio 2016; è concepito come una piece teatrale in cui il protagonista, Steve Jobs, interpretato da un magnifico Michael Fassbender viene seguito nei momenti che precedono il lancio di tre suoi prodotti: il 1984 con il Macintosh, il 1988 con il Next e il 1998 l'iMac. Al suo fianco, nel ruolo della sua prima storica assistente per oltre vent'anni, una bravissima Kate Winslet e, nei panni dell'ad di Apple che Jobs volle alla guida dell'azienda e che nel 1984 lo estromise, Jaff Daniels. Il film di Danny Boyle punta l'accento sul carattere dispotico e arrogante di Steve Jobs, ma anche sulla sua umanità. Viene infatti raccontata l'evoluzione del suo rapporto con la figlia Lisa, che inizialmente il padre della Apple non voleva riconoscere e che poi diventa una figura molto importante nella sua vita.

Niente gratuite celebrazioni
«Jobs era un uomo che voleva avere il controllo di tutto e in questo un po' assomiglia a noi registi – spiega ancora Boyle - quando abbiamo un progetto facciamo in modo che tutti credano in questo, forse non inventiamo nulla ma abbiamo il compito di dirigere l'orchestra». Per realizzare il suo film, Boyle si è scontrare con la vedova di Jobs che aveva paura che la memoria del marito venisse tradita: «Lei ci era ostile - ammette il regista - ma io non ho tradito Steve Jobs e ho raccontato la sua storia prima dell'arrivo di questa donna. Lui era un uomo che voleva avere il controllo di tutto - aggiunge - ma l'unica cosa su cui ha fatto lavorare liberamente una persona e' stata la biografia che ha commissionato e sui cui noi abbiamo lavorato per la sceneggiatura». Il film di Danny Boyle si discosta dal ritratto che viene fatto di Steve Jobs dalla Apple e da tutti gli appassionati dei prodotti del colosso di Cupertino.