20 agosto 2025
Aggiornato 09:30
La morte di un grande

Robin Williams soffriva di attacchi di panico

Lo racconta a People la veedova Susan Schneider. Fu assalito dall'ansia e non riusciva ad accettare cosa stava succedendo al suo corpo e alla sua mente

ROMA - Robin Williams soffriva di attacchi di panico nei mesi che hanno preceduto la sua morte avvenuta per suicidio nell'agosto del 2014. Ad affermarlo la vedova dell'attore, Susan Schneider, secondo la quale il marito fosse assalito dall'ansia nel corso delle riprese di «Una notte al museo - Il Segreto del Faraone» quando, secondo lui, una donna stesse continuando a fissarlo nella hall di un hotel di Vancouver.

Le paranoie dell'attore
A People la Schneider ha detto che «non riusciva ad uscire dall'hotel. Non c'era niente che io potessi fare per calrmarlo». Williams, nel racconto della moglie, ha assunto una infinità di antidepressivi anche se ultimamente si era disintossicato. Susan inoltre racconta come le sue preoccupazioni aumentarono quando Robin divenne paranoico dopo un piccolo incidente domestico: «Aveva sbattuto la testa, ma continuava a chiedersi come fosse accaduto».

L'autodistruzione
«L'ho visto disintegrarsi davanti ai miei occhi» - continua la designer - «Era arrabbiato. Ce l'aveva con se stesso per quello che stava succedendo al suo corpo e alla sua mente. A volte se ne stava in piedi, quasi in trance, immobile, e quando si riprendeva stava male per quello che era successo. Robin sapeva che stava perdendo la sua sanità mentale e sapeva anche che purtroppo non poteva farci nulla»