Queen, 40 anni di Bohemian Rapsody
Pubblicata nel 1975, rimase in testa alle classifiche per 9 settimane e co tornò nel 1991 dopo la morte di Freddy Mercury. Una canzone misteriosa sia per la struttura che per il testo. Ancora oggi ci si interroga sul suo reale significato
ROMA - Oggi (31 ottobre) compie 40 anni, chissà cosa succederebbe se uscisse oggi? «Bohemian Rhapsody», pubblicata nel 1975 e contenuta nell'album «A Night At The Opera»; questa canzone resta uno dei punti più alti della carriera della band guidata da Freddy Mercury e uno dei pezzi più amati e conosciuti al mondo.
L'eterno mistero
Ma resta anche un piccolo mistero: il pezzo ha una struttura che va contro tutto quello che oggi possiamo pensare come commerciale. Non c'è un ritornello, e la struttura subisce continui cambiamenti, passando dalla ballad all'hard rock fino all'Opera. Anche il suo significato del testo è sempre stato un enigma. Le interpretazioni che, negli anni, hanno accompagnato una delle canzoni più enigmatiche di Freddy Mercury sono tantissime e vanno dal letterale a quella che ci vede nascosta la sua prima ammissione pubblica della propria omosessualità. Era la metà degli anni '70, appunto, e il cantante, che ancora non immaginava la malattia che lo avrebbe colpito e portato alla morte il 24 novembre del 1991.
Due volte sulla vetta
Quel che è certo è il successo commerciale del brano che rimase in testa alle classifiche inglesi per 9 settimane nel 1975. Fu nuovamente in vetta verso la fine del 1991, dopo la morte di Freddie Mercury, restandovi stavolta per cinque settimane. E' stato il terzo singolo più venduto di sempre nel Regno Unito. Il singolo fu accompagnata da un videoclip diventato cult. Fu tra i primi video ad essere messo in onda nei circuiti televisivi, e creò un nuovo linguaggio visivo nel mondo della musica. Nel 2004, Rolling Stone ha collocato il brano al 166º posto della sua lista delle 500 migliori canzoni. Era nella sua casa situata a Kensington, nella zona ovest di Londra, quando Freddie scrisse la canzone. Il produttore, Roy Thomas Baker, raccontò come Mercury, dopo avergli suonato la sezione iniziale di ballata al pianoforte, si fermò e disse: «E questa è la parte dove arriva l'opera!».
Le contraddizioni di Freddy
Freddy non ne ha mai voluto spiegare il vero significato, lasciando libertà a chi l'ascoltava di leggerci quello che preferiva, né gli altri del gruppo si sono mai esposti, anche perché nel pezzo c'è molta della vita del cantante – come i riferimenti ad Allah (il cantante crebbe in una famiglia che professava lo Zoroastrismo). Anche Brian May lo disse: «Freddy era una persona molto complessa: frivolo e divertente in apparenza ma nascondeva insicurezze e problemi quando doveva fare i conti con la sua infanzia. Non ha mai spiegato il testo, ma credo che abbia messo molto di sé dentro».