Dieci anni senza Marlon Brando
Il primo luglio del 2004, a 80 anni, moriva uno dei più grandi divi della storia del cinema. Tanti capolavori per il grande attore che finì quasi per essere ossessionato dalla sua privacy
LOS ANGELES - Dieci anni fa moriva uno dei più grandi divi di tutti i tempi, Marlon Brando. Stroncato a 80 anni da una fibrosi polmonare, le sue ceneri furono sparse nelle limpide acque di Tahiti e tra le dune lunari dell'arida Death Valley in California. Domani, per ricordarlo, il canale digitale terrestre Iris ricorderà il grande attore con una mini-retrospettiva dalle 18 a notte inoltrata e riproporrà il capolavoro «Apocalypse Now Redux», versione restaurata della pellicola diretta nel 1979 da Francis Ford Coppola.
DUE VOLTE PREMIO OSCAR - Premio Oscar per l'interpretazione in «Fronte del porto» nel 1955 e per «Il Padrino» nel 1973 (in questa seconda occasione rifiutò di ritirare la statuetta per protestare contro le ingiustizie subite dai nativi americani), Brando si è aggiudicato la quarta posizione nella lista delle leggende del cinema redatta dal prestigioso American Film Institute ed è uno dei soli tre attori professionisti, insieme a Chaplin e Marilyn, ad essere stato nominato dal «Time» come uno dei 100 personaggi più influenti del secolo nel '99.
TUTTI I CAPOLAVORI - In un modo o nell'altro tutti si sono ispirati a lui: da James Dean a Paul Newman, da Robert De Niro a Sean Penn, da Al Pacino a Gene Hackman. Brando non ha girato tantissimi film (sono poco più di una quarantina di titoli), ma quasi tutti sono dei capolavori indiscussi del cinema. È stato lo scaricatore di porto Terry Malloy in «Fronte del porto», Stanley Kowalski in «Un tram che si chiama Desiderio», Marco Antonio nel «Giulio Cesare» di Mankiewicz, il primo ufficiale Fletcher Christian ne «Gli ammutinati del Bounty», ma soprattutto don Vito Corleone ne «Il Padrino», il fascino Paul in «Ultimo tango a Parigi» e il colonnello Kurtz di «Apocalypse Now». Una vita esagerata, sempre gelosissimo della sua privacy quasi fino alla pazzia, Marlon Brando è un'icona che non muore mai. E pensare che una volta disse: «È questione di classe! Potevo diventare un campione. Potevo diventare qualcuno, invece di niente, come sono adesso».