«Sapore di te» non è un trattato politico sugli anni Ottanta
Carlo Vanzina: «Questo film inizia nell'83, l'anno in cui finiva Sapore di mare. In un momento grigio come quello di oggi volevamo raccontare un'epoca in cui c'era un vento di ottimismo, in cui si credeva alla vita, al sentimento»
ROMA - A 30 anni dal loro film-culto «Sapore di mare», con «Sapore di te» i fratelli Vanzina tornano a raccontare storie d'amore ambientate sulla spiaggia di Forte dei Marmi. Il film (in sala dal 9 gennaio) è ambientato negli anni '80, e le storie sono quelle di Martina Stella che in vacanza si innamora dello sciupafemmine Giorgio Pasotti, di Serena Autieri che ottiene un posto a «Drive in» grazie al politico craxiano Vincenzo Salemme, di Kati Saunders che ha la prima cotta d'amore.
«Questo film inizia nell'83, l'anno in cui finiva l'altro. In un momento grigio come quello di oggi volevamo raccontare un'epoca in cui c'era un vento di ottimismo, in cui si credeva alla vita, al sentimento» ha spiegato Carlo Vanzina.
NON E' UN TRATTATO POLITICO - Nonostante i riferimenti ad alcuni temi come la corruzione di quegli anni, la commedia è sempre leggera, e i Vanzina hanno specificato: «Non è un trattato politico sugli anni Ottanta, ma abbiamo evitato il buonismo a tutti i costi. D'altra parte in quegli anni c'è stato il miglior cinema e la migliore musica, e sono finiti con il crollo del muro: secondo noi vanno rivisti e accettati, nonostante abbiano sempre avuto una cattiva stampa. Bisogna averne rispetto».
FILM OTTIMISTA - «Sapore di mare» incassò 30 anni fa dieci miliardi di euro, e i registi hanno confessato che molte persone in questi anni chiedevano un remake di quella commedia. «La nostra scommessa era di abbinare di nuovo romanticismo e sentimento, senza volgarità. Credo che i giovani oggi possano apprezzare un film ottimista, che fa capire che chi ha cuore ce la fa».
LA LEZIONE DI MONICELLI - Il loro obiettivo, hanno spiegato oggi, è stato sempre quello di fare «film divertenti, con tocco di sentimento», diversi dalle commedie che si fanno oggi: «Quando rivedo i nostri vecchi film ci ritrovo una grande Energia, oggi - ha affermato Carlo - mi sembrano più calcolati. Non ci piace il grottesco che vediamo ora in giro: abbiamo sempre fatto film che partivano dall'osservazione della realtà ma con grande affetto per i nostri personaggi: questa è stata la lezione che ci ha lasciato Monicelli».