18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Cinema italiano

Penelope Cruz: Il personaggio di Gemma era diventanto un'ossessione

L'attrice a Roma per presentare il film di Sergio Castellitto «Venuto al mondo» (in sala dall'8 novembre), ha parlato con passione del suo personaggio, tratto dall'omonimo romanzo di Margeret Mazzantini: l'attrice nel film interpreta una donna addolorata per la sua sterilità ma innamorata del marito

ROMA - «Fare questo film e raccontare il viaggio di questa donna era una necessità per me: non capita molte volte, ma il personaggio di Gemma per me era diventato un'ossessione». Penelope Cruz, a Roma per presentare il film di Sergio Castellitto «Venuto al mondo» (in sala dall'8 novembre), ha parlato con passione del suo personaggio, tratto dall'omonimo romanzo di Margeret Mazzantini: l'attrice nel film interpreta una donna addolorata per la sua sterilità ma innamorata del marito fotografo (Emile Hirsch), che segue a Sarajevo, prima e durante l'assedio, da cui fuggirà sotto i bombardamenti con in braccio un bambino voluto a tutti i costi.

Gemma non è politicamente corretta - «Ho girato il film dopo essere diventata madre e solo così ho potuto capire in maniera profonda quello che a lei mancava, quel desiderio, quell'ossessione» ha rivelato la Cruz, che ha sottolineato di non giudicare mai i personaggi che interpreta: «Gemma non è politicamente corretta, è complessa e a volte autodistruttiva, ma io, come attrice, non devo chiedermi se a me piace: io devo solo capire al 100% la psicologia del personaggio, che in realtà era interessantissimo. Lei ha un marchio del dolore, ma lotta per sopravvivere».

Castellitto: So che è un film molto ambizioso - Nel film, che Castellitto ha definito «una storia di sommersi e salvati», non c'è solo la storia di una donna e di un grande amore, ma c'è il dolore, la guerra e le sue ferite, che hanno cambiato per sempre la vita degli abitanti di Sarajevo: «Il cinema deve raccontare gli archetipi dei rapporti umani: la vita, la morte, la guerra, la solitudine, l'amicizia. So che è un film molto ambizioso. Io ho cercato di mettere in scena qualcosa che mi emozionava e di parlare all'intelligenza emotiva del pubblico» ha affermato il regista.

Il film è già stato venduto in quasi tutti i Paesi del mondo, USA compresi, anche se non è stato visto ancora a Sarajevo: «Questo film è stata un'avventura umana non solo un'esperienza professionale. - ha spiegato Castellitto - Sarajevo è ancora una città ferita, in cui vittime e carnefici oggi forse passeggiano insieme, dove tutto è ancora acceso: io volevo raccontare l'opposto dell'orrore, che è l'amore». Il regista ha sottolineato che «Venuto al mondo» è anche un omaggio «alle donne che subiscono violenza, non solo in guerra», mentre uno dei protagonisti bosniaci del film, Adnan Haskovich, lo ha definito «uno dei migliori sulla Bosnia, perché non è patetico e racconta una storia molto simile a tante storie realmente accadute durante la guerra».

Margaret Mazzantini, autrice del libro, cosceneggiatrice, e moglie di Castellitto, ha sottolineato la complessità di questo film, ambientato in luoghi e epoche diverse: «E' stato un viaggio incredibile e impressionante, Sergio ha fatto degli sforzi enormi, non l'ho mai visto così disperato. - ha detto - La partecipazione di cast e troupe è stata totale». Pietro Castellitto, figlio del regista e della scrittrice, che nel film interpreta il figlio adulto di Gemma, ha commentato sdrammatizzando: «Mentre giravamo sentivo di far parte di un progetto che era la consacrazione del loro sodalizio: vederli tornare ogni sera a casa e rischiare la separazione mi ha fatto capire quanto questo film fosse importante».