19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Impegnato, cinico e graffiante

Le idi di marzo, Clooney svela i retroscena della politica

Nelle sale venerdì il film con Ryan Gosling applaudito a Venezia. Per il divo hollywoodiano si tratta della quarta regia, ma nella pellicola liberamente tratta dall'opera teatrale «Ferragut North» di Beau Willimon, recita anche e si è costruito il personaggio del governatore Morris che a teatro non appare mai

ROMA - Impegnato, cinico e graffiante. George Clooney sfida i cinepanettoni, i cartoon e le commedie, e arriva nelle sale italiane per Natale, il 16 dicembre, con Le idi di marzo, già applaudito alla Mostra di Venezia, film di forte attualità e che pone la domanda su cosa si è disposti a fare per raggiungere un obiettivo. Per il divo hollywoodiano si tratta della quarta regia, ma nella pellicola liberamente tratta dall'opera teatrale Ferragut North di Beau Willimon, recita anche e si è costruito il personaggio del governatore Morris che a teatro non appare mai.

Non è un film politico, ha precisato lo stesso Clooney, qui anche in veste di sceneggiatore e produttore e in odore di Oscar, ma «sulla questione morale», mette allo scoperto i giochi di potere, gli intrighi, le manipolazioni e i compromessi a cui alla fine tutti scendono per conquistare il potere. Lo scenario è quello delle primarie in Ohio per la presidenza del partito democratico. Clooney è uno dei candidati, ma il protagonista è il bravissimo Ryan Gosling, giovane e aitante guru della comunicazione che gli cura la campagna elettorale. E' lui la mente, l'esperto che studia le strategie, e lo fa con passione, perché crede nel suo candidato e lo vede come un uomo nuovo, capace di cambiare in positivo il paese.

Anche allo spettatore sembra la persona giusta: nei comizi Morris si professa contro le guerre, a favore delle energie pulite, aperto ai matrimoni gay e contro la pena dei more, poi, si scopre che ha avuto un'avventura con la giovane stagista Evan Rachel Wood e tutto cambia. Perfino il suo geniale addetto stampa si trova coinvolto in una scia di corruzione e inganni, trascinato dal suo capo, Philip Seymour Hoffman, e dall'avversario (Paul Giamatti) che cura la campagna dell'altro candidato democratico. Nessuno ne esce pulito. La sceneggiatura del film era già pronta nel 2008: «A quel punto è stato eletto Obama e tutti erano felici e pieni di speranza - ha detto Clooney - un film cinico sulla politica sembrava fuori luogo. Un anno dopo siamo tornati cinici e abbiamo pensato di poterlo fare».