19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
L'attore si confessa a «Marie Claire»

Paolo Villaggio: Per il mio funerale voglio essere bollito

L'attore riflette con la solita ironia su Dio, tv e aldilà: «La mia tv era paradossale e autocritica, adesso è ipocrita»

MILANO - Alle soglie del suo 80esimo compleanno Paolo Villaggio prova ad esorcizzare con la solita ironia lo spettro della morte. «Invece che essere cremato, penso alla possibilità di essere bollito - dice l'attore in un'intervista a Marie Claire -. Mi immagino un bel pentolone in piazza del Popolo a Roma, con i fiori dentro, la preparazione, tu che arrivi e tutti che applaudono. Però devi avere il diritto a essere preservato da cose umilianti, tipo il limone o la carota. La carota può suscitare ilarità!». L'attore parla anche dei possibili luoghi per il suo funerale: «Dopo quello di Sordi, a Roma non se ne può più. Anche a Genova, dopo quelli di De André, non c'è più storia - continua Villaggio -. Vanno pianificati per benino o è meglio scomparire completamente senza darne notizia. Però mi dispiacerebbe perdere l'opportunità di scrivere io il mio coccodrillo per La Repubblica o il Corriere».

Il discorso si sposta poi su religione e tv. «Dio e l'aldilà sono tra le invenzioni più pericolose della storia del pianeta, oltre alla monogamia. La tv poi è una straordinaria dittatura - continua l'attore -. Ha avuto la facoltà di abbassare il livello culturale del paese. Ne ho fatto parte, ma ho cercato di modificarla e mi sembra di esserci riuscito: la mia tv era paradossale e autocritica, adesso è ipocrita. E infatti non mi invitano più ai talk show».