18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Paola Fallaci racconta la sua versione dei fatti

La guerra dei Fallaci su Vanity Fair

La sorella di Oriana: «mio figlio la tratta come qualcosa da vendere». Il nipote diseredato: «mio fratello ci ha ingannati»

MILANO - «Da cinque anni penso che il testamento non sia vero. L’avvocato Brizzi, uno dei pochi che a Oriana abbia voluto bene sul serio, era sicuro che la firma non fosse la sua». Paola Fallaci, sorella di Oriana, racconta così - nell'intervista a Vanity Fair nel numero in edicola dal 20 luglio - la frattura familiare provocata da un testamento che lasciava unico erede solo uno dei due nipoti della scrittrice e figli di Paola, Edoardo Perazzi. Paola Fallaci racconta anche la sua recente decisione - assieme all'altro figlio, Antonio - di denunciare con un esposto la falsità della firma, con perizia calligrafica ordinata appunto dall'avvocato Brizzi, fino al 2004 legale di Oriana. Edoardo, interpellato da Vanity Fair, parla di «accuse folli» e si dice «sereno e sicuro che tutto sarà chiarito»; alcune testimonianze raccolte a New York pendono dalla sua parte («Oriana l'altro nipote non lo considerava minimamente, e lo stesso valeva per la sorella», dice l'ex assistente della scrittrice, Sandro Sechi). Paola, invece, nell'intervista, spiega come è giunta alla decisione di fare un passo tanto drastico: «L'avvocato mi disse che dovevo reagire, ma prevaleva la protezione materna verso Edoardo; mi dicevo: aspettiamo, vediamo come si comporta. Lui si comportava sempre peggio».

Che cosa le ha fatto cambiare idea? «Vedere come Edoardo ha gestito l’immagine di Oriana. Ha permesso alla destra di strumentalizzarla, ha passato il materiale che la riguarda solo a testate come Libero e Il Giornale. Oriana, figlia di partigiani e staffetta lei stessa durante la Resistenza, non avrebbe mai permesso una cosa simile». Pensa quindi che si fosse pentita di essere diventata un’icona della destra? «Se ne stava rendendo conto. Rimase molto male la volta che andò in Parlamento, vide Veltroni, gli fece un bel sorriso andandogli incontro e lui invece si voltò dall'altra parte. L'Oriana odiava le etichette, non si sarebbe mai definita né di destra né di sinistra; le stavano sulle scatole gli islamici ma ciò non significava che fosse di destra. Negli ultimi anni si intruppò con gente che la spingeva su una strada sbagliata».

Ma che interesse avrebbe suo figlio Edoardo a «spingere» l’immagine di una Oriana di destra? «È una strada facile per lui, e che rende economicamente. Edoardo tratta Oriana come qualcosa da vendere. Per esempio, conservo scritto da lei che non voleva assolutamente ripubblicare Penelope alla guerra. E Edoardo che cosa fa? Ripubblica Penelope alla guerra. Stesso discorso per Un cappello pieno di ciliege, un libro che Oriana non avrebbe mai voluto vedere stampato e che non aveva mai finito (...) Inoltre Edoardo non sta facendo nulla di quello che avrebbe dovuto fare: come si sta muovendo perché Firenze ricordi meglio una cittadina tanto illustre? Dov’è la strada che la città aveva deciso di intitolare a lei? Perché la casa di New York, da lei tanto amata, sta andando in rovina? (...) Come madre, penso di avere il dovere, oltre che il diritto, di dire a Edoardo che ha sbagliato». Fa effetto però vedere una madre che va in tribunale contro il figlio. «Potrei girare la domanda: come può un figlio mettersi contro la madre e contro l’unico fratello? Una sua frase mi ha particolarmente ferita: «La prima che voglio fottere è la mamma». Mi ha addirittura cancellato dall’albero genealogico pubblicato sull’ultimo libro di mia sorella».

Anche Antonio Perazzi, il secondogenito di Paola Fallaci, parla a Vanity Fair, spiegando la sua reazione alla notizia che il testamento lo escludeva: «Morta Oriana, scopriamo all’improvviso che c’è un erede universale. Quando veniamo a sapere che si tratta di Edoardo, con la mamma ci diciamo: meglio lui che un vicino, un gatto, l’avvocato o chissà chi. Ma una settimana dopo Edoardo ci fa: «Scusate, forse non avete capito. Io sono l’erede universale, e voi fuori dalle palle»». Che cosa le fa pensare che sua zia potesse avere intenzioni diverse? «Oriana da anni diceva che voleva fare una fondazione e lasciare qualche cosa a me e a Edoardo in uguali proporzioni». Pensa quindi di aver subito un’ingiustizia? «L’esposto l’abbiamo fatto per fermare la cupidigia esagerata di Edoardo. E non mi riferisco solo a Un cappello pieno di ciliege ma anche ai tanti pettegolezzi usciti, alla profanazione delle carte e delle cose di mia zia, un affronto tanto più grave se si pensa a quanto lei fosse riservata (...) Quando è morta, io e la mamma abbiamo avuto un senso di profanazione solo a mettere le mani nel suo cestino dell’immondizia, mentre Edoardo non si è fatto scrupolo di tirar fuori documenti e distruggerne altri. Non ha rispettato nessuna delle sue volontà». La vide anche nell’ultimo periodo? «In realtà, quando aveva iniziato a stare male davvero, aveva chiesto espressamente di essere lasciata in pace, di non avere intorno nessuno. Solo dopo io e la mamma abbiamo scoperto – da ingenui, come ci ha definiti Edoardo stesso – che mio fratello era andato per due anni a fare la posta alla zia moribonda». Lui ovviamente ha un’altra versione. Non ha mai cercato un confronto con Edoardo, un chiarimento? «Quando gli ho chiesto spiegazioni, mi ha messo le mani addosso».