28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Cinema | USA

Il 9 settembre in Italia Super 8 di JJ. Abrams e Spielberg

Diretto dal creatore di Lost, ispirato all'infanzia dei due cineasti

ROMA - Bisognerà aspettare fino al 9 settembre per vedere nei cinema italiani «Super 8», l'opera nata dall'incontro tra due dei grandi geni di Hollywood, J.J. Abrams e Steven Spielberg. Il film, diretto dall'inventore della serie tv «Lost» e prodotto dal creatore di «E.T.», in Usa ha già sbancato: ad un mese dall'uscita ha incassato 122 milioni di dollari, contro i 50 spesi per realizzarlo. A far incontrare questi due mostri sacri del cinema è stata proprio la comune passione per il Super 8, con cui entrambi cominciarono a girare i primi film durante l'infanzia, e che oggi hanno voluto raccontare insieme.

«Super 8» porta sullo schermo proprio l'avventura di un gruppo di ragazzini che nel 1979 sta girando un film amatoriale e d'improvviso assiste ad un catastrofico incidente ferroviario. I ragazzi diventano vittime con i propri concittadini di eventi devastanti che dovranno decifrare e combattere. «Realizzare questo film non solo ha riportato a galla dei ricordi, ma in parallelo tutte le esperienze che abbiamo accumulato nei nostri film» ha confessato Abrams, che con «Super 8» unisce la sua passione per l'avventura, la fantascienza e l'incontro tra la vita di tutti i giorni e il mistero, temi molto cari anche a Spielberg.

I ragazzini protagonisti della pellicola, con in testa Kyle Chandler e Elle Fanning, riescono nel film a svelare un piano segreto dell'Air Force americana e a salvare in qualche modo anche gli adulti. Secondo Spielberg il grande merito di Abrams è proprio quello di saper coinvolgere adulti e ragazzi, mantenendo sempre alto nel corso del film il livello del mistero: «J.J. ha l'abilità di collegare le generazioni, penso sia uno dei migliori narratori del cinema in circolazione» ha detto il grande regista e produttore, che molti anni fa diede proprio al 15enne Abrams l'incarico di montare i suoi filmati casalinghi in 8 mm. Una vera investitura, da parte dell'uomo che allora aveva già girato «Incontri ravvicinati del terzo tipo».