19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Cinema & Cultura

Bertolucci: La sottocultura tv domina in Italia da 17 anni

Nell'incontro al Centro Sperimentale il regista parla di cinema e attualità

ROMA - «Se oggi fossi un giovane regista non so cosa racconterei: quando ho iniziato io, negli anni '60, in Italia c'era un momento culturalmente molto ricco. Negli ultimi 17 anni la tv di Berlusconi ha trasmesso sottocultura, che ha preso piede in questo Paese. Questi sono anni più difficili per chi vuol fare film, anche se ne sono stati fatti alcuni con belle ambizioni, e non mi riferisco solo a Gomorra e a Il divo». Così Bernardo Bertolucci ha risposto ad uno degli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia che questa mattina ha preso parte all'incontro con il grande regista, e che gli aveva domandato perché i registi di oggi in Italia mostrino meno coraggio di quelli di un tempo.

Nelle due ore d'incontro con gli allievi del Centro Sperimentale e con il loro docente di regia Daniele Luchetti, il grande regista di «Novecento», «Ultimo tango a Parigi» e «L'ultimo imperatore», ha parlato dei suoi esordi, del suo percorso artistico e personale, facendo qualche accenno all'attualità. Bertolucci ha sottolineato come il Teatro Valle di Roma, occupato da 20 giorni da registi, attori, tecnici sia a suo avviso «un laboratorio prezioso, in cui gli artisti cercano di riflettere su cosa è il teatro e cosa è il cinema oggi». Ora secondo il regista bisognerà capire quanto durerà la spinta propulsiva di quell'occupazione, «se da lì si potrà lavorare su idee ambiziose o tutto evaporerà».

Bertolucci ripercorrendo il suo percorso cinematografico ha poi affermato: «Io nei miei film non sono mai riuscito a separare il messaggio politico e sociale dal messaggio più intimo, perché la creatività si nutre della realtà», ricordando di aver a volte anche anticipato la realtà, come successe con «Prima della rivoluzione», film del '64, che uscì in Francia alla vigilia del maggio del '68.