28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
La commedia sarà in 130 cinema da venerdì prossimo

Vincenzo Salemme falsario onesto come Totò contro la crisi

Con Giuseppe Battiston protagonista di «Senza arte né parte» di Giovanni Albanese

ROMA - Vincenzo Salemme e Giuseppe Battiston seguono le orme di Totò e Peppino: 50 anni fa la coppia napoletana stampava soldi falsi, oggi, nel film di Giovanni Albanese Senza arte né parte, la nuova coppia comica riproduce opere d'arte contemporanea. La commedia, che sarà in 130 cinema da venerdì prossimo, racconta le peripezie di due quarantenni pugliesi che vengono licenziati e per caso si ritrovano a custodire opere d'arte di grande valore, che pensano di riprodurre e vendere a cifre esorbitanti. «Questo film ha in comune con La banda degli onesti l'innocenza dei protagonisti, ma nel film di Totò il linguaggio era farsesco, questa è una commedia quasi realistica» ha spiegato Salemme alla presentazione del film.

Lo spunto della pellicola è la mancanza di lavoro nel sud, ma i toni sono divertenti, specialmente quando si sottolinea la differenza tra il mondo dell'arte, elitario e multimilionario, e la vita dei due protagonisti: «Mi interessava raccontare questo cortocircuito tra alto e basso, e anche l'arte di arrangiarsi italiana, ma sempre in maniera leggera, senza malinconia» ha spiegato Albanese, che oltre ad essere regista è uno dei maggiori artisti contemporanei italiani.

Nel film Albanese si prende beffa anche del mondo dell'arte, visto che le opere falsificate dai suoi protagonisti verranno battute all'asta per milioni di euro al posto degli originali di Fontana o Pascali: «Credo che il mondo dell'arte accoglierà bene questo film, perché in fondo i miei protagonisti trattano le opere con grande delicatezza e rispetto, e proprio l'arte li spingerà a tirar fuori la loro creatività. Ma il film era anche un modo per puntare un faro su situazioni reali, visto che le quotazioni di alcune opere ormai sono impazzite e a volte nelle aste si può assistere a situazioni davvero bizzarre».