29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Gente & TV

Hugh Grant ironico: temo l'arrivo dei 50 anni

«Ne sono terrorizzato, sarà un momento tristissimo»

LONDRA - Il prossimo settembre Hugh Grant compirà 50 anni ma ammette che non c'è nulla da festeggiare. «Temo l'arrivo di quel giorno. O meglio, ne sono terrorizzato. Sarà un momento tristissimo». E continua ironizzando: «In Svizzera esiste un posto chiamato Dignitas: è una clinica dove si pratica l'eutanasia; ecco, andrò lì il giorno del mio 50esimo compleanno».

L'attore ammette che proprio la sua ironia l'ha aiutato a diventare il punto di riferimento della commedia sentimentale: «E' un fatto culturale: noi inglesi siamo ironici» dice. «Amiamo parlare dei nostri fallimenti, li celebriamo persino. L'esatto contrario - spiega dalle pagine del settimanale Grazia, in edicola domani - dei francesi e degli americani. Quando sono venuto per la prima volta negli Stati Uniti, scherzavo, dicevo che il mio film era una schifezza. Bè, mi sono accorto che mi prendevano alla lettera».

Grant confessa anche il suo peggior vizio: «Il Blackberry. È un incubo, vorrei non averlo mai comprato. Una parte incredibilmente consistente della mia vita, per qualche strana e oscura ragione, viene sprecata in tutto quel pigiare di tastini. E' diventata una dipendenza, lo ammetto. Eppure è così semplice spegnerlo - spiega - basterebbe premere un tasto per far diventare la tua vita dieci volte più bella. Ma io non ci riesco: lo so, è terribile».

Dal 19 febbraio sarà al cinema con il film Che fine hanno fatto i Morgan?, storia di due coniugi sull'orlo del divorzio, testimoni di un omicidio e costretti dal programma protezione dell'Fbi a lasciare Manhattan per nascondersi in un paesino del Wyoming. Nella commedia recita con Sarah Jessica Parker: «Mi sono trovato molto bene. Di solito odio tutti in generale, ma lei mi piace davvero. È brillante, divertente e piena di talento. Sul set abbiamo riso tantissimo. Per me andare al lavoro era uno spasso». Nel film anche un orso. «E' stato addestrato tutta la vita a essere un attore. Anzi, mi è sembrato che fosse nato per recitare. Le dirò di più: credo che sia la più grande diva che abbia mai incontrato».