2 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Costume & Società

Lavinia Borromeo: Leone e Oceano ci hanno cambiato la vita

Moglie di John Elkann: «Siamo genitori affettuosi ma fermi»

ROMA - "Leone e Oceano ci hanno cambiato: non avrei mai pensato che la vita cambiasse così". A dichiararlo è Lavinia Borromeo, da quasi 5 anni moglie di John Elkann e madre di Leone, 3 anni il 27 agosto, e Oceano, 2 l'11 novembre. Per prendersi cura di loro, Borromeo aveva interrotto la sua carriera di stilista. Adesso riparte con un progetto legato al mondo dei bambini: nel prossimo futuro una serie di libri di fiabe pubblicati da De Agostini e una collezione di abbigliamento e scarpine - B Lav - per bambini da 0 a 4 anni che presenta giovedì a Pitti Bimbo.

"Pezzi pratici e di qualità, molto facili da coordinare in modi sempre nuovi", ha dichiarato dalle pagine del settimanale Vanity Fair, che le dedica la copertina del numero in edicola domani. "Da mio padre Carlo li porto in campagna, in Lomellina, dove sono cresciuta anch'io. E c'è il nonno Alain, per lui sono i primi nipoti, è capace di fermarsi in mezzo alla strada e di farli divertire con una filastrocca". Più delicato. invece, il rapporto con la nonna paterna Margherita, protagonista di un contenzioso ereditario. "È una vicenda molto triste. Quando ne parliamo, non riusciamo davvero a capire che senso abbia tutto questo. John ne è stato addolorato fin dal primo giorno".

Si considerano "genitori affettuosi ma fermi" e la Fiat non entrerà obbligatoriamente nel futuro dei loro figli: "Decideranno autonomamente: se vorranno fare l'architetto, o il chirurgo, ben venga. John e io non vogliamo che sentano obblighi o restrizioni".

Ai suoi figli Lavinia Borromeo deve un altro dei suoi impegni: la collaborazione al progetto della Fondazione 'Crescere insieme', che punta a dare al Sant'Anna, l'ospedale pubblico di Torino dove sono nati, un reparto di neonatologia all'avanguardia, pensato per accogliere i genitori in ambienti amichevoli. "Sono nati in anticipo tutti e due. Non sono passati per la patologia neonatale, pesavano abbastanza. Io però l'ho visto, il reparto prematuri, mi si è stretto il cuore davanti a quegli scriccioli minuscoli, e ho deciso di dare una mano".