29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Cinema USA

«The wrestler», il ritorno del lottatore Mickey Rourke

Il film intenso e commovente di Darren Aronofsky che racconta il mondo del wrestling e soprattutto la storia di un uomo

ROMA - Lampadato, capelli lunghi, fisico provato dai combattimenti. Non ha vinto l'Oscar, ma Mickey Rourke è finalmente tornato sul grande schermo e in una grande prova di recitazione. Dopo il Leone d'Oro a Venezia, il Golden Globe come miglior attore protagonista e miglior canzone (Bruce Springsteen) e le due nomination agli Oscar, da domani arriva nelle sale distribuito da Lucky Red «The wrestler», il film intenso e commovente di Darren Aronofsky che racconta il mondo del wrestling e soprattutto la storia di un uomo.

Da ex-boxeur Rourke ha tolto i guantoni per entrare nel personaggio di Randy «The Ram», un wrestler professionista che dopo vent'anni di carriera si ritrova a dover fare i conti con l'età e gli acciacchi e cerca di tirare avanti vivendo di vecchie glorie e dell'affetto dei fan. Randy è uno di quei lottatori che indossano costumi bizzarri, si costruiscono un'identità, si esaltano incitati dalla folla, creano ogni volta uno show e vivono solo per questo. Ma finito lo spettacolo il campione non ha nulla: la sua vita era e continua ad essere il brivido dell'incontro.

Ha una figlia che ha abbandonato da piccola e non lo vuole nemmeno sentir nominare (la bravissima Evan Rachel Wood), accumula dolori fisici combattimento dopo combattimento (e il regista fa vedere il wrestling vero in cui tutto è studiato prima a tavolino ma ci si spaccano davvero le sedie addosso), prende steroidi per mantenere i muscoli, ha problemi economici ed è completamente solo. Conosce l'interessante spogliarellista (Marisa Tomei) che come lui ha una finta identità di notte e di giorno fa la mamma e prova a stabilire un rapporto umano, ma quando viene colto da infarto e i medici gli dicono che non può più combattere, Randy capisce che la vita normale non fa per lui, perché fuori dal ring e dal suo mondo non ha niente.

«The wrestler» è un film drammatico su un uomo che prova fino alla fine a fare quello per cui ha sempre vissuto e passa dall'entusiasmo e dagli applausi della folla alla solitudine e alla disperazione. In questa interpretazione Rourke è bravissimo e si è preparato a lungo per raggiungere la giusta forma fisica e recitare in quello che ha definito «il suo film più difficile». Durante i primi mesi di riprese è finito diverse volte in ospedale, ma alla fine ce l'ha fatta ed è tornato, vincitore.

«La gente mi chiede cosa si prova a ritornare. Qualcuno dice che non sono mai andato via - ha detto Rourke - ma io sono andato lontano, talmente lontano che nessuno poteva vedermi. Quando ho provato a tornare ho trovato tante porte chiuse e ho impiegato molto tempo per credere di nuovo in me stesso. Dopo aver passato un piccolo inferno ho deciso che volevo darmi un'altra possibilità. E sono felice che questo stia accadendo».