«Giù al nord»: benvenuto, Dany Boon!
Uno capace di chiamare in sala 21 milioni di francesi, incassare più di «Titanic» ed entrare nella storia del proprio Paese
Domanda: chi è Dany Boon? Diciamo subito che si tratta dell'uomo di cinema dell'anno. Uno capace di chiamare in sala 21 milioni di francesi, incassare più di «Titanic» ed entrare nella storia del proprio Paese. Niente male. Ok, ma chi è Dany Boon e come gli è uscita l'impresa? Andiamo con ordine, partendo dalle origini.
Dany nasce vicino Calais, estremo nord della Francia. Una zona impervia e montagnosa, un luogo a parte e non solo a livello geografico. Gli abitanti della zona sono francesi, certo, ma distanti mille miglia dalla Francia che conosciamo tutti. Si sentono un'altra cosa e ci tengono a tenere le distanze. Non è un caso che il piccolo Dany si rifiuti di parlare francese fino a quindici anni. Si sente orgoglioso del suo dialetto, lo sente profondamente suo e della lingua parlata nel resto del Paese non gli interessa nulla.
Poi le cose cambiano. Dany avverte il desiderio di crearsi una sua indipendenza e di incanalare al meglio l'innata passione per lo spettacolo. In due parole si trasferisce nella capitale. E'un compromesso, certo, ma è felice di accettarlo. C'è solo una cosa che non riesce proprio a mandare giù. Ogni volta che i suoi nuovi interlocutori vengono a sapere che proviene dal nord, gli danno una bella pacca sulla spalla e con fare impietosito si chiedono quanti patimenti avrà mai affrontato nella sua vita.
Piccola e doverosa spiegazione: dovete sapere che i francesi sono abituati a vedere il nord del proprio Paese come un luogo abitato da gente chiusa, poco tollerante e incline a non accettare nessuno. Figli di un luogo aspro, pieno di miniere e costellato da larghe sacche di povertà e di disagio.
Dany non è propriamente d'accordo e comincia a pensare al modo in cui ribaltare lo stereotipo. Giusto il tempo di entrare nel cinema che conta («Il mio miglior amico», «Una top model nel mio letto»), esordire alla regia con «La maison du bonheur» e allestire come si deve la sua seconda volta dietro la macchina da presa.
Il risultato è «Bienvenue chez les Ch'tis», da noi «Giù al nord». Per inciso, il film con cui Dany (interprete dello spassoso postino) racconta ai francesi l'altro Nord. Quello dell'ospitalità, della tolleranza, della simpatia, dell’integrazione. Una lezione di morale applicata alla vita di tutti i giorni, ma anche un racconto universale che stravolge i luoghi comuni, abitando la quotidianità e la bellezza semplice delle cose. E i francesi hanno capito. Che al nord ci si diverte e che Dany Boon ha saputo raccontare meglio di chiunque altro il disagio dell'integrazione e la straordinaria umanità della provincia.
E' scoppiato il finimondo. Sale costrette a raddoppiare il numero degli spettacoli, file sterminate fuori dai cinema, risate a non finire. Tutti uniti in un abbraccio forte, caloroso, avvolgente.
Dany intavola un racconto ebbro di vita che vola sul cinema dei padri del dopoguerra, dialogando a distanza con la bicicletta di Tati e puntando tutto su un divertimento euforico e contagioso.
A questo punto, non ci resta che esclamare: benvenuto fra gli italiani, Dany.
La sua incredibile iniezione di buonumore è pronta a spopolare anche nelle nostre sale dove arriva oggi.
Distribuisce Medusa.