26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Olimpiadi

Torino dice «sì» alle Olimpiadi 2026: candidatura approvata con tanti paletti e polemiche

Nessuna alleanza con Milano e Sala Rossa spaccata, ma alla fine la delibera passa: la candidatura presentata al Coni diventa realtà. Torino si candida a ospitare le Olimpiadi 2026

TORINO - La Città di Torino si candida a ospitare i giochi olimpici del 2026. Il soffertissimo «sì» è arrivato oggi pomeriggio dal Consiglio comunale, dopo mesi di dibattiti, spaccature e polemiche. La candidatura torinese al Coni presenta diversi paletti, voluti soprattutto dal gruppo consiliare del M5S: a ribadire le condizioni è stata la stessa sindaca Chiara Appendino che ha sottolineato ancora una volta il «no» all’alleanza con Milano.

OLIMPIADI 2026, PARLA LA POLITICA - «Credo nel lavoro fatto per questa candidatura. Ogni metodo è perfettibile, lo dico a tutti i gruppi compreso il nostro. Ma alla fine di un percorso oggi proponiamo una delibera nella quale crediamo; vogliamo le Olimpiadi e abbiamo il coraggio anche di dire ‘no’ a Milano» sono state le parole in aula di Chiara Appendino. Decisamente in antitesi il pensiero del capogruppo del Partito Democratico, Stefano Lo Russo: «Si arriva a votare un atto certificante la assoluta incompatibilità con la candidatura olimpica della Città. Ed esprimiamo un profondo rammarico a questo suicidio politico, sembra quasi si sia lavorato per non fare questi giochi olimpici in città». Nonostante le dure parole, il PD non ha dato parere negativo ma ha preferito astenersi dal voto. «È un oltraggio alla storia della nostra città e se oggi parliamo di Olimpiadi 2026 è perché abbiamo fatto quelle del 2006. Mi asterrò se non voterà quell’atto. Torino e le nostre valli hanno bisogno delle Olimpiadi. La Città ha bisogno dei 5 cerchi e non delle 5 stelle» la reazione di Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati.

UN VOTO SOFFERTO - Che si sia arrivati a questo punto dopo innumerevoli polemiche è evidente. La spaccatura all’interno del M5S è certificata dall’assenza in aula di Daniela Albano e Marina Pollicino, due delle dissidenti. Quel che è certo è che con gli emendamenti presentati, Appendino è riuscita ad ottenere il «sì» dei suoi, anche se la vittoria mutilata è evidente. Tutto risolto dunque, o quasi: sì perché sui giochi olimpici pende comunque la mozione presentata da sei consiglieri del M5S per l’istituzione di una commissione d’indagine sui giochi del 2006: non il miglior modo di entrare nelle grazie del Coni. Rimangono inoltre il «no» secco alla partnership con Milano, come ribadito fortemente da Appendino, e la richiesta di un’analisi di costi e benefici al Governo. Torino, in una burrasca alimentata dalle polemiche, avanza la propria candidatura.