Progetto pilota di triage per cardiopatici all’ospedale Maria Vittoria
E' partito all'ospedale Maria Vittoria di Torino il primo progetto pilota in Piemonte per ottimizzare la gestione integrata ospedale-territorio del paziente cronico cardiopatico
TORINO - All’ospedale Maria Vittoria è partito il primo progetto pilota in Piemonte per ottimizzare la gestione integrata ospedale-territorio del paziente cronico cardiopatico. La sperimentazione riguarda tutti i pazienti con diagnosi di cardiopatia ischemica dimessi a partire dal 3 luglio 2018 dalla Cardiologia diretta Massimo Giammaria, in carico ai Medici di Medicina Generale afferenti al Distretto Nord Ovest, diretto dal Carlo Romano.
Il progetto è frutto di un anno di attività propedeutica di un gruppo di medici ed esperti tra medici di famiglia, cardiologi ospedalieri del Maria Vittoria e territoriali. «Elementi chiave di questo innovativo metodo di lavoro sono l’introduzione del ‘triage’ alle dimissioni e la pianificazione del follow up», ha spiegato il dottor Massimo Giammaria, «stabilendo tre codici A, B o C, che indicano dalla maggiore alla minore gravità del paziente, e identificano tre diversi percorsi di cura post dimissione, precisamente esplicitati nella lettera di dimissione, che viene redatta in modo semplificato, senza sigle e dettagliatamente».
All’atto della dimissione dall’ospedale al paziente viene consegnato dall’ospedale il piano terapeutico e anche il piano annuale delle visite di controllo da eseguire, tutte già prenotate, grazie all’imponente lavoro dei sistemi informatici aziendali, e con relative impegnative e la stessa documentazione viene inviata simultaneamente al Medico di Medicina Generale del paziente, attraverso il portale riservato agli Operatori della sezione sanità del sito della Regione, strumento di lavoro abituale dei medici di famiglia.
I capisaldi di questo progetto sono dialogo, utilizzo di strumenti informatici già noti per l’interazione tra le figure mediche ospedaliere e territoriali, numero telefonico dedicato disponibile tre ore al giorno, email specifica, per favorire la comunicazione tra medici di famiglia e ospedalieri sui casi inseriti nel progetto pilota, e una «tutor» a disposizione, la dottoressa Alessandra Taraschi, medico in formazione specifica in medicina generale, figura di raccordo tra ospedale e territorio, che avrà anche il compito di valutare il percorso stabilito, con un programma di verifica e revisione di qualità.
«Come attestano le più autorevoli pubblicazioni internazionali, i percorsi di terapia a lungo termine devono essere obbligatoriamente condivisi tra ospedale e territorio, e in quest’ottica sono fiducioso che il nostro progetto pilota possa portare all’ottimizzazione delle risorse per una migliore assistenza sanitaria», ha concluso il direttore Generale Alberti, «valorizzando ogni figura professionale che ruoti attorno al paziente affetto da cardiopatia ischemica e, a fine anno, diventare modello per l’intera ASL Città di Torino».
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