1 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Sentenza del Tar

Dispersi i resti del padre di Rita Pavone durante l'esumazione, condannato il Comune di Torino

Per i giudici del Tar il Comune di Torino dovrà pagare, a titolo di rimborso, 1.400 euro ai familiari come danno patrimoniale e 2.500 euro a testa come danno esistenziale

TORINO - Sono passati 14 anni dal quell’8 aprile 2004, giorno in cui una famiglia, presentandosi al Cimitero Monumentale per l’esumazione del proprio caro, non trovò i resti che per errore vennero con ogni probabilità dispersi nel terriccio durante i lavori di scavo. Un fatto gravissimo che coinvolse la famiglia di Rita Pavone, cantante, attrice e showgirl nata a Torino nel 1945. A 14 anni di distanza, e dopo varie vicissitudine giudiziarie, si è arrivati a una sentenza per la scomparsa del feretro di Gianni Pavone, il padre di Rita. Il Tar del Piemonte che ha condannato il Comune di Torino al risarcimento dei danni.

LA CONDANNA - La condanna è arrivata perché, secondo il collegio del Tar, «non è contestabile che al Comune di Torino possa essere ascritta una responsabilità per omessa vigilanza nel predetto accadimento». E su cosa è successo quell’8 aprile, i giudici sostengono che «la benna utilizzata dagli operai aveva, con ogni probabilità, sollevato erroneamente anche la parte superiore della bara contenente la salma». I resti successivamente vennero dispersi.

IL RISARCIMENTO - Il Tar ha condannato il Comune di Torino a versare 1.400 come danno patrimoniale. Ma non solo: è stato calcolato anche il danno esistenziale che dovrebbe in qualche modo colmare la perdita. Per i giudici del Tribunale Amministrativo quanto è successo non avrebbe inciso sull’abitudine di «frequentare e conservare il sepolcro», cioè di «poter disporre di un luogo specifico e determinato presso il quale perpetuare la memoria» del defunto, «attestando tale passaggio anche mediante deposito di oggetti, così mostrando anche coram populi il persistente ricordo del defunto dei congiunti sopravvissuti». Per questo motivo la condanna per il Comune di Torino è il pagamento di 2.500 euro per ciascun ricorrente. Il tutto sommato agli interessi maturati in questi lunghi 14 anni.