L'unica libreria delle Vallette rischia di chiudere, un salvagente da Regione e ATC
La libreria Genesi Trepuntozero del quartiere Vallette ha annunciato la chiusura, ma forse non tutto è perduto
TORINO - Stefano Camboni è un ragazzo di Venaria, tifoso della Juventus, che si è innamorato del quartiere Vallette alla periferia di Torino andando a trovare lo zio, "vallettano" doc. Il problema di Stefano è che un anno fa si è imbarcato in un progetto ambizioso: aprire una libreria indipendente e farla diventare un polo culturale di riferimento. Qualcosa però è andato storto e, pochi giorni fa, il proprietario ha dovuto dare il triste annuncio dell'imminente chiusura. Immediata, quanto inaspettata, la reazione delle Istituzioni che si sono mobilitate per evitare che la libreria Genesi Trepuntozero (l'unica indipendente del quartiere) cessasse di esistere.
FLASH MOB - Questa mattina, sabato 3 febbraio, in tanti si sono dati appuntamento in corso Molise 84 per un particolarissimo flash mod, che consisteva nell'acquistare un libro per aiutare la libreria a sopravvivere. Sono intervenuti in questa occasione anche l'assessore regionale al Turismo e alla Cultura Antonella Parigi e la consigliera Nadia Conticelli, ex presidente della Circoscrizione VI del Comune di Torino. Entrambe hanno espresso la volontà di aiutare Stefano affinchè non sia costretto a chiudere la sua attività. Non potendo erogare contributi direttamente a un privato cittadino, Conticelli e Parigi hanno espresso l'intenzione di portare in Consiglio Regionale la proposta di istituire un nuovo bando, all'interno della legge 58, dedicato ad attività culturali nelle zone periferiche della città. «Gli spazi culturali come questo sono ciò che conferisce identità e comunità a un territorio» ha dichiarato Parigi, dopo aver fatto il pieno di libri. «E' necessario creare delle progettualità specifiche per zone come questa. Non basta far migrare attività dal centro alla periferia».
LIBRERIA - Facciamo un passo indietro. Cosa ha portato la libreria Trepuntozero a ridursi così? Che cosa, in questo primo anno di attività, è andato storto? «L'affluenza di clienti è molto limitata» ha spiegato a malincuore Stefano, «Gli ordini di alcune parrocchie ci permettevano di arrivare a fine mese, ma tra l'affitto del locale e il finanziamento che ho fatto per partire, non ce la faccio più». Uno dei problemi principali dell'attività sta sicuramente nella dislocazione su di un'arteria di traffico di passaggio e lontano dai punti nevralgici del quartiere. A tal proposito, il presidente di ATC, Marcello Mazzù, anche lui presente al flash mob, ha proposto di cercare altri spazi affinchè questa attività non vada perduta. «Abbiamo diversi locali vuoti nell'area di corso Toscana e via delle Primule» ha dichiarato Mazzù, che ha aggiunto: «Dare senso alle periferie vuol dire riempire gli spazi vuoti. Attività culturali e sociali sono fondamentali per ricreare il tessuto sociale in zone come questa». Nel futuro di Stefano dunque ci sarà un sopralluogo con ATC per identificare una zona più adatta alla sua attività e, probabilmente, la creazione di un'associazione che lo favorisca nella richiesta di contributi. «Non mi aspettavo assolutamente tanta attenzione e solidarietà» ha dichiarato il giovane librario, «Ho ricevuto tante proposte e tante offerte interessanti da valutare». Per ora l'unica certezza è che il flash mob è stato un successo.
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