19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Paolo Giordana

Multa Gtt fatta togliere all'amico, aperto un fascicolo sull'ex braccio destro di Appendino

A ottobre venne divulgata un'intercettazione in cui Giordana, Capo di Gabinetto, chiedeva all'a.d. di Gtt di togliere una multa. Ne seguirono le dimissioni

TORINO - Anche se da fine ottobre non è più di fianco alla sindaca Chiara Appendino, non è finito nel dimenticatoio Paolo Giordana. L’ormai ex Capo di Gabinetto del Comune di Torino, coinvolto sia nelle vicende Ream e incidenti di piazza San Carlo, sia per una vicenda più personale e rivelata da un’intercettazione telefonica in cui chiese all’amministratore delegato di Gtt Walter Ceresa di togliere una multa a un suo amico, è ora un semplice dipendente comunale, ma a suo carico ci sono due procedimenti disciplinari e, novità, anche la Procura ha aperto un fascicolo proprio per il caso della contravvenzione dell’amico. E con lui a rischiare ci sarebbe anche il numero uno del Gruppo Torinese Trasporti che, si è evinto sempre dalle intercettazioni, aveva assecondato la richiesta di Giordana e la multa non fu mai spedita.

L’INTERCETTAZIONE - Era la fine del mese di ottobre 2017 quando l’intercettazione tra Paolo Giordana e Walter Ceresa venne a galla. «Per carità, i controllori sono tanto bravi però un po’ troppo, come dire, quadrati», spiegò l’allora Capo di Gabinetto all’a.d. di Gtt, «praticamente un mio amico era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore l’ha fermato dicendogli ‘lo doveva timbrare 5 minuti fa, 1 minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa’. Non è tanto carina come cosa. Cosa possiamo fare?». Domanda esplicita e risposta immediata: «Me lo puoi mandare? Che faccio io». E così è stato, la sanzione passò in poche ore nel mucchio di quelle in cui si sospettava la regolarità.

PROCURA DI TORINO - Sono passati diversi mesi e in questo lasso di tempo la Procura di Torino ha verificato quanto successo e valutato come procedere. Si vocifera che potrebbe addirittura prefigurarsi il reato di concussione che si verifica quando un pubblico ufficiale, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, porta una persona a promettergli indebitamente un vantaggio. La vicenda, si può dire con certezza, non si è ancora conclusa.