25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Capodanno

Capodanno flop, per il 2019 si pensa a una seconda rivoluzione: ecco come potrebbe essere

L'assessore Sacco avrà il compito di dialogare con diversi soggetti della città per capire come strutturare il Capodanno 2019

TORINO - Il paragone con le altre città non regge e più passano le ore più aumentano le critiche verso il Capodanno «rivoluzionario» organizzato dal Comune di Torino. Poche migliaia di persone sono state coinvolte, a differenza degli altri anni in cui si mobilitavano decine e decine di migliaia di torinesi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno direttamente in piazza. Quest’anno è cambiato tutto e il 2018 è stato brindato da «pochi» al Pala Alpitour e allo Spazio 211. Il prossimo anno però sarà quasi certamente diverso. L’assessore al Commercio Alberto Sacco ha già preso in mano la patata bollente e a breve si ritroverà anche con le associazioni di commercianti per capire le strategie migliori visto che loro sono stati tra i soggetti più colpiti dalla mancanza di una festa in centro. «Un’idea», ha detto l’assessore, «potrebbe essere quella di organizzare un Capodanno diffuso in centro, magari coinvolgendo i portici della città». Ecco questa è un’altra idea rivoluzionaria dopo quella del Capodanno al chiuso, ma potrebbe piacere decisamente di più sia ai torinesi che ai commercianti, albergatori compresi. E’ presto però per dare qualche dettaglio in più, per il momento è un’idea da sviluppare, ma sembra certo un cambiamento rispetto a quest’anno.

APERTURE IL PRIMO GENNAIO - Anche su un altro tema l’assessore Sacco dovrà discutere con i commercianti del centro ed è relativo alle apertura il primo gennaio. Si va verso una certa indipendenza per le associazioni che potranno autonomamente decidere chi resta aperto e chi chiuso mettendo in atto una turnazione che però garantisca almeno il 30% di attività aperte. Cosa che aumenterebbe il giro d’affari del primo giorno dell’anno. Quest’anno ognuno ha fatto come voleva e così se il cocktail bar Lab è rimasto aperto l’1 gennaio, non è stato lo stesso per il pastificio Defilippis di via Lagrange. «Dare la possibilità alle associazioni di via del centro è un passo interessante per la crescita di Torino».