24 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Strisce blu

Comune-cittadini, scontro sulle strisce blu: «No al caro parcheggi, la città è in rivolta»

I residenti attaccano l’amministrazione: «E’ una tassa che tocca i cittadini, la macchina è un’esigenza». La replica del M5S: «L’auto non è un diritto, così come occupare lo spazio pubblico con un mezzo privato». L'assessore Lapietra rilancia sull'importanza dell'Isee

TORINO - L’auto è un diritto? Le strisce blu sono una tassa o una tariffa? Le risposte diverse a queste due domande, attualmente, dividono diametralmente l’amministrazione torinese e la Giunta da una grande fetta di cittadini. La richiesta dei residenti è semplice e non ammette repliche: annullare o modificare la delibera 5 Stelle che ha portato a un aumento del costo dell’abbonamento laddove vi sono le strisce blu.

LA POSIZIONE DEI CITTADINI - La situazione è questa: fino al 30 marzo scorso, il parcheggio per i residenti costava 45 euro all’anno. Un costo considerato tutto sommato equo. Ora, con l’introduzione dell’Isee come metro di giudizio per stabilire il costo del permesso, la cifra sborsata dai residenti varia da un minimo di 10 euro a un massimo di 180 euro, passando per le due fasce intermedie di 45 e 90 euro. Insomma, nella maggior parte dei casi si tratta di un aumento mal digerito da chi abita in zona blu. La rabbia dei cittadini è quindi arrivata sino ai consiglieri che quella delibera l’hanno proposta e votata: «Ma non dovevate ascoltarci? Nessuno ci ascolta». E ancora: «Come mai i soldi che entrano dai parcheggi non ricadono mai sul territorio?» si chiede Raffaele Petrarulo, consigliere in Circoscrizione 6. Se è vero che la volontà dell’amministrazione di scoraggiare l’uso dell’auto se non necessario è cosa ormai nota, anche su questo la visione di un buon numero di cittadini è opposta: «Non è un lusso l’auto, ma un’esigenza. Ho genitori anziani, che spesso cadono: se devo correre da loro uso la mia vecchia Panda, non di certo un mezzo pubblico».

COSA PENSA L’AMMINISTRAZIONE - Se da una parte l’auto viene vista come un mezzo «indispensabile», la visione del gruppo consiliare del M5S e dell’assessore ai Trasporti Maria Lapietra è ben diversa: decisamente più importante la salute e cercare abbassare quel dato che racconta di 65 auto ogni 100 abitanti, contro la media europea che si attesta a 30. «Dobbiamo disincentivare l’uso dell’auto, la salute viene prima di ogni cosa» sostiene il consigliere M5S Aldo Curatella. Per quanto riguarda le strisce blu e il costo dei parcheggi, è lo stesso Curatella a rispondere alle lamentele dei residenti: «Il posto pubblico o il posto su strada non è un diritto». Una posizione ribadita dal consigliere Roberto Malanca: «Il diritto di prendere la propria auto e parcheggiarla in uno spazio pubblico con un mezzo privato gratis non è un diritto». Di fatto, secondo i consiglieri pentastellati, è giusto che un cittadino paghi per l’occupazione del suolo pubblico, soprattutto in un’epoca in cui sono spesso le stesse Circoscrizioni a chiedere l’introduzione delle strisce blu per limitare l’uso dell’auto.

L’IMPORTANZA DELL’ISEE - Esiste una soluzione dunque? Secondo l’assessore ai Trasporti del Comune di Torino Maria Lapietra sì e si chiama Isee: «Vi ricordo che uno stallo blu equivale a quattro stalli bianchi, pensate quante auto avreste sotto casa. Inoltre, molti cittadini con l’Isee avrebbero una riduzione. Non tutti pagano 180 euro, anzi. Con una corretta compilazione dell’Isee in pochi pagherebbero più dei 45 euro che andavano bene a tutti. Io stessa pagherei 45 euro l’anno. Non va confuso l’Isee con la dichiarazione dei redditi». Lapietra, di fatto, si fa forte dell’aumento del 114% della richiesta della tariffa da 10 euro oltre al fatto che il 34% dei cittadini abbia rinunciato all’abbonamento sulle strisce blu. Bocciata anche la proposta di allargare le strisce gialle. Il motivo? La difficoltà nel controllare bene che gli automobilisti rispettino effettivamente le strisce gialle. Impensabile, soprattutto nelle zone della movida. Lapidario il commento del capogruppo dei Moderati, Silvio Magliano: «Aumentare le tariffe alle fasce a reddito medio-alto senza abbassarle alle fasce a reddito basso (fa fede l’Isee) non è «politica di redistribuzione»: si chiama «volontà di incassare». Tra idee differenti e roccaforti erte sulle proprie posizioni, Massimo Guerrini, presidente della Circoscrizione 1, lancia l’allarme: «Qui c’è una città in rivolta. La politica deve rappresentare i cittadini, non educarli. Quello lo fanno i regimi». La sensazione, insomma, è che la battaglia sul costo degli abbonamenti dove ci sono le strisce blu e guerra ideologica tra chi ritiene l’auto indispensabile e chi no sia solo all’inizio.