25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Al Maria Vittoria

Primo impianto in Piemonte del «Reducer», restituito benessere a un 68enne al Maria Vittoria

All’ospedale Maria Vittoria, per la prima volta in Piemonte, è stato impiantato un innovativo dispositivo, il “Reducer” per l’angina refrattaria. Curato un paziente di 68 anni con dolore toracico di origine cardiaca

TORINO - All’ospedale Maria Vittoria, per la prima volta in Piemonte, è stato impiantato un innovativo dispositivo, il «Reducer» per l’angina refrattaria, che permetterà a un paziente di 68 anni con dolore toracico di origine cardiaca, refrattario a ogni terapia, di ritrovare quel benessere ormai perduto. L’intervento è avvenuto nella giornata di ieri e il pensionato già nei prossimi giorni potrà essere dimesso e tornare a casa. «Il paziente giunto alla nostra osservazione aveva una storia di malattia coronarica molto lunga», spiega Massimo Gianmaria, direttore della Cardiologia dell’ospedale Maria Vittoria, «portatore da vent’anni di triplice bypass aorto coronarico, che negli ultimi 5 anni aveva nuovamente manifestato dolori toracici, correlati al grave peggioramento della sua patologia, come evidenziato dalle coronarografie».

Inizialmente il dolore del paziente era stato contenuto farmacologicamente ma ultimamente il dolore si era presentato anche a riposo e neppure un tentativo di disostruzione coronarica mediante angioplastica era servita a dargli beneficio. «Il paziente era costretto a una vita caratterizzata da severe restrizioni anche nelle attività più normali, a una terapia farmacologica intensa, con un progressivo peggioramento della qualità di vita, con sintomi disabilitanti e afflitto da un dolore toracico quotidiano e ripetuto». I medici dell’ospedale di corso Tassoni non si sono dati per vinti ed è stato pensato di sottoporre il sessantottenne all’impianto del nuovo dispositivo «Reducer», simile a uno stent, che deve essere posizionato in una grossa vena del cuore chiamata seno coronarico.

«Il dispositivo è innovativo», ha precisato Andrea Gagnor, responsabile dell’Emodinamica nella Cardiologia del Maria Vittoria, «e attualmente è stato impiantato in circa 500 pazienti nel mondo, 150 in Italia. Si tratta di una specie di stent che viene inserito nel seno coronarico mediante un catetere introdotto tramite la vena giugulare, con una piccola puntura nella parte laterale del collo, in anestesia locale. Una volta rilasciato nel seno coronarico, il Reducer assume la forma di una clessidra. La normale reazione dell’organismo all’impianto fa sì che il dispositivo venga nel tempo riepitelizzato, cioè ricoperto da uno strato di cellule, creando quindi un restringimento nella vena. Questo restringimento a sua volta provoca la modifica del circolo nelle pareti muscolari del cuore che portano, in ben 8 pazienti su 10, al miglioramento dei sintomi e della perfusione del cuore rilevabile con la Risonanza Magnetica».