12 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Ex Moi

Ex Moi, cantine liberate e chiuse da un cancello: i migranti si sono trasferiti

Parla la sindaca Appendino: «Dopo cinque anni gli scantinati sono finalmente liberi, ma questo è un punto di partenza non di arrivo»

TORINO - Gli scantinati dell’ex Moi sono liberi. Fa effetto dirlo dopo cinque anni, perché quegli scantinati erano diventati il luogo di ritrovo di disperati, costretti a vivere in condizioni allucinanti e sfruttati da un racket malavitoso, capace di giocare sulla disperazione dei migranti. Oggi, dopo la conclusione delle operazioni di sgombero, quegli scantinati sono vuoti. Liberi. 

PUNTO DI PARTENZA - «Voglio essere chiara: questo non è un punto di arrivo ma un nuovo punto di partenza per un lavoro che deve proseguire fino a che la situazione non verrà riportata alla normalità». Parola di Chiara Appendino. La sfida è difficile, inutile negarlo. Ma è vero che chi c'era prima dell'attuale sindaca non ha mai affrontato la situazione, lasciando che il problema assumesse proporzioni preoccupanti. Decisivo per lo sgombero delle cantine la collaborazione tra Ministero dell'Interno, Regione Piemonte, Città di Torino, Prefettura, Questura, Forze dell'ordine, Compagnia di San Paolo, la Circoscrizione, le associazione e la diocesi.

MIGRANTI TRASFERITI - Gli immigrati che hanno scelto di lasciare gli scantinati sono stati ricollocati e inseriti in alcune soluzioni abitative messe a disposizione dalla diocesi. Sono circa 80, ne restano quasi mille. Ieri alcune persone hanno lanciato secchiate d'acqua contro la polizia, mentre in serata via Giordano Bruno è stata chiusa per permettere la conclusione delle operazioni. L'allerta rimane alta, la situazione molto delicata. Una cosa è certa: lo sgombero del Moi, dopo mille parole e promesse, è davvero iniziato.