Alta tensione durante lo sgombero all'ex Moi, «bombe» d'acqua su polizia e politici
Gli ultimi inquilini delle cantine, circa una decina, hanno preso a "secchiate" d'acqua gli uomini della Digos e una parte dell'equipe che da mesi si sta occupando della situazione
TORINO - Sono iniziati ieri, poco prima delle 7, gli sgomberi alle palazzine ex Moi di via Giordano Bruno, occupate ormai da diversi anni dai profughi. Dopo una prima fase di sfollamento che ha visto il ricollocamento di circa 78 persone, questa mattina, mertedì 21 novembre, si è riaccesa la miccia della polemica. Gli ultimi inquilini delle cantine, circa una decina, hanno preso a "secchiate" d'acqua gli uomini della Digos e una parte dell'equipe che da mesi si sta occupando della situazione.
ACQUA - Quasi colpita dalle «bombe» d'acqua scagliate dai rifugiati anche l'assessore comunale alle Politiche Giovanili Sonia Schellino, sul luogo per riprendere le trattative. Monitorano la situazione polizia e carabinieri in assetto antisommossa ai lati degli edifici ancora parzialmente occupati. Attualmente nelle palazzine sono rimaste circa una decina di persone che si rifiuterebbero di andarsene per paura di essere esplulsi poichè senza documenti d'identità. Da parte di alcuni migranti intanto arrivano le scuse per il comportamento dei pochi rimasti questa mattina.
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