1 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Ospedale Molinette

Tremila trapianti di fegato, l’ospedale Molinette primo ospedale in tutta Europa

La struttura di corso Bramante è prima nell’Unione Europea per numero di trapianti eseguiti e per sopravvivenza: secondo il registro mondiale dei trapianti dell'Università di Heidelberg condivide questa posizione prestigiosa con i centri di Cambridge, Dallas, Birmingham e del London Kings College

TORINO - L’ospedale Molinette di Torino ha raggiunto il tetto d’Europa eseguendo oggi il trapianto di fegato numero 3.000 su un paziente di 55 anni della provincia di Alessandria affetto da cirrosi. La struttura di corso Bramante è prima nell’Unione Europea per numero di trapianti eseguiti e per sopravvivenza: secondo il registro mondiale dei trapianti dell'Università di Heidelberg (http://www.ctstransplant.org/public/participants.shtml) condivide questa posizione prestigiosa con i centri di Cambridge, Dallas, Birmingham e del London Kings College. Un record che si è consolidato in poco più di 25 anni: era il 10 ottobre 1990 quando avveniva il primo trapianto di fegato su un uomo di 44 anni, durato 13 anni; ed ancora era il 10 gennaio 1993 quando si è dato avvio al trapianto pediatrico ed il 14 ottobre 1999 quando il trapianto è divenuto di routine anche su pazienti molto piccoli con patologie congenite.

 

Da allora questo programma ha avuto uno sviluppo sempre più complesso: 5% sono stati i trapianti di solo una parte del fegato, di cui 14 da donatore vivente; 2% quelli in cui oltre al fegato si è trapiantato in contemporanea un altro organo, 7 sono i trapianti cosiddetti domino (il fegato nativo di un primo ricevente è stato poi trapiantato ad un secondo ricevente); 8% sono i ritrapianti.

Non va dimenticato che il 5% dei trapianti sono stati effettuati su pazienti in condizioni di emergenza nazionale: sull'esito di questi pazienti non incide solo la difficoltà clinica e chirurgica, ma anche la variabile tempo, ovvero la capacità di reperire un donatore compatibile ed effettuare il trapianto in poche ore.

Dal 1993 ad oggi sono stati trapiantati 166 pazienti in età pediatrica (6% dell'attività torale), con fegato intero o split.

Non è soltanto una questione di numero di trapianti, ma anche di qualità dei risultati ottenuti. In questi 27 anni, la sopravvivenza dei pazienti che hanno ricevuto il trapianto è stata pari al 91% ad 1 anno, 81% a 5 anni e 73% a 10 anni. Questo vuol dire che a distanza di 10 anni dal trapianto 73 pazienti su 100 continuavano ad essere vivi: un traguardo insperato per chi ha malattie che lasciano – senza trapianto – un'attesa di vita da pochi giorni ad alcuni mesi. Si tratta di malattie gravi che portano ad un danno irreversibile del fegato (la cirrosi): il più delle volte a seguito di una infezione virale (31% a causa del virus C dell'epatite, 18% del virus B), ed ancora per cirrosi alcolica (12%), cirrosi di altra origine (14%), malattie metaboliche o malformative, e altre ancora.

«Un traguardo storico», ha commentato il Commissario dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute, Gian Paolo Zanetta, «un fiore all'occhiello per la Città della Salute. Un'eccellenza a livello italiano ed europeo che diventa un ponte verso il futuro Parco della Salute. I complimenti e i ringraziamenti al professor Salizzoni ed a tutta la sua équipe per la professionalità e il lavoro svolto in questi anni".