19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Piazza Santa Giulia

Incontri di pugilato in piazza Santa Giulia: «E' una chiara e inaccettabile provocazione dei centri sociali»

Piazza Santa Giulia torna a far parlare si sé suscitando l'indignazione di alcuni esponenti politici del panorama cittadino. Il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano in prima linea contro l'organizzazione di eventi non autorizzati

TORINO - Il cuore di Vanchiglia si trasforma in una palestra a cielo aperto per una lunga sessione di allenamento (non autorizzata), nel tardo pomeriggio di giovedì 6 luglio.  Piazza Santa Giulia, sotto la lente di ingrandimento di media e politici in seguito agli scontri tra centri sociali e polizia avvenuti nella notte del 20 giugno scorso, torna a far parlare si sè suscitando l'indignazione di alcuni esponenti politici del panorama cittadino. Il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano commenta così: «Non bastavano i problemi "storici" della movida: sporcizia, baccano, schiamazzi fino alle ore piccole della mattina. Ora piazza Santa Giulia è diventata teatro di eventi e manifestazioni non autorizzate, organizzate e promosse dai militanti dei centri sociali».

IL MATCH- Nella serata di giovedì 6 luglio lo spazio dietro la parrocchia è stato teatro di un incontro di box improvvisato:  i militanti dei centri sociali hanno allestito un ring di fortuna nel quale si è tenuta una lunga sessione di allenamento e diversi incontri. Non risulta che gli organizzatori dell'iniziativa abbiano chiesto alcun tipo di autorizzazione. I match sono andati avanti nella piazza, di fatto interdetta, dalle 18.00 alle 22.00 circa. Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7 ha commentato l'avvenimento: «Contesto duramente l’atteggiamento di queste persone, che non hanno ritenuto di dover chiedere né permessi né autorizzazioni. Evidentemente, gli organizzatori di questa manifestazione sportiva non ritengono che le regole siano le stesse per tutti. Oltretutto, organizzare sessioni di boxe proprio dove si sono recentemente verificati i fatti che tutti conosciamo rappresenta una chiara, voluta e inaccettabile provocazione».