5 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Polemiche

I dissuasori della discordia, davanti Porta Susa spunta la trappola per ciclisti

Appena sono stati installati sono partite le prime critiche da parte di chi utilizza la bicicletta tutti i giorni. «Sono pericolosi», la polemica maggiore tra l’ironia generale

TORINO - L’installazione risale solo a pochi giorni fa ma sono già tutti sul piede di guerra. I dissuasori messi al bordo del marciapiede di corso Inghilterra, a pochi passi dalla stazione Porta Susa, proprio nel punto in cui c’è l’attraversamento della pista ciclabile, ha subito forti critiche da parte dei ciclisti che vedono le nuove installazione come ostacoli pericolosi che devono essere rimossi il primo possibile. Quei dissuasori sarebbero stati messi direttamente da Trenitalia sul marciapiede di proprietà del Comune di Torino con l’intenzione, pare, di evitare sia la sosta selvaggia delle auto sia l’attraversamento di grossi motocicli da corso Inghilterra a corso Bolzano. Motivazioni che non avrebbero però minimamente convinto i ciclisti in primis tanto che si starebbe già pensando alla rimozione dei dissuasori.

«Il progetto è una presa per i fondelli»
I dissuasori hanno fatto discutere parecchio e hanno anche attirato l’ironia di quanti seguono il progetto della copertura del passante ferroviario, completato solo al alcuni mesi, dall’inizio. «Purtroppo tutto il progetto ciclabile legato alla copertura del passante da corso Vittorio a piazza Baldissera è una presa per i fondelli pazzesca», sbotta Fabio Zanchetta, amministratore del gruppo Torino Sostenibile, «tutto quello che non doveva essere fatto è stato fatto». E dietro di lui si sono uniti altri assidui utilizzatori di mezzi a due ruote. «Sono completamente fuori di testa, ed io dovrei rispettare l'obbligo di usare le piste ciclabili?», dice Gabriele.

Scoppia l’ironia: «Ora una fossa coi coccodrilli»
Oltre alle polemiche, dietro i dissuasori, quasi come se fossero stati messi appositamente contro i ciclisti, è scoppiata l’ironia. «Aspetto con ansia anche una fossa con coccodrilli per rendere il tutto più emozionante», dice Francesca, «Pare che chi progetta le ciclabili abbia nostalgia di giochi senza frontiere», ribatte Walter. A chiudere il cerchio ci pensa Lorenzo: «Cioè, vi creano i percorsi virtuosi e vi lamentate pure? Ma si che vi divertite e vi sembra di essere come coso lì, a Bombazza».