2 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Trasporto disabili

Trasporto disabili, la denuncia di un genitore: «Mio figlio dimenticato a scuola, vergogna»

Per la seconda volta in due settimane Daniele, 19enne affetto da una sindrome degenerativa rarissima, è stato dimenticato in classe dalla ditta che si occupa del trasporto degli studenti: «Per i disabili nessuno fa niente»

TORINO«Hanno dimenticato a scuola mio figlio disabile, è la seconda volta in due settimane. Non si può andare avanti così». Il trasporto degli studenti disabili continua a far discutere. Tra i disagi quotidiani e la preoccupazione che il servizio possa essere sospeso da metà novembre fino a fine anno, nella giornata di ieri siamo stati contattati dal signor Gian Franco, genitore di Daniele, un ragazzo di 19 anni affetto da una sindrome degenerativa gravissima. Il suo racconto è la denuncia di un padre stremato e arrabbiato a causa dei continui disservizi che suo figlio e tutta la famiglia continuano a subire.

Daniele "dimenticato a scuola": niente scuse alla famiglia
Ieri l'ultimo episodio: Daniele, che frequenta la quinta superiore all'istituto professionale Boselli, dovrebbe rientrare a casa alle 13:30, accompagnato dagli operatori della ditta Tundo, società che gestisce il servizio di trasporto degli studenti affetti da disabilità. Alle 14 i genitori, preoccupati, non hanno notizie del proprio figlio. Telefonano alla ditta, nessuna risposta. Daniele arriva a casa alle 14:20, con cinquanta minuti di ritardo rispetto all'orario prestabilito. Il motivo? Il pullmino si era "dimenticato" di passare a prendere il ragazzo, che non figurava nella lista degli operatori. La rabbia dei genitori, una volta passata la paura, si scontra contro il muro eretto dall'operatrice della Tundo, che al signor Gian Franco spiega: «E' normale, va bene così». L'unica nota positiva? L'attenzione degli insegnanti dell'istituto che, dopo essersi accorti del disguido, hanno provato a mettersi in contatto con la ditta.

Disservizi e disorganizzazione: a rimetterci sono gli studenti disabili
Una situazione paradossale, l'ultima goccia in un vaso ormai traboccante da tempo. Gian Franco e sua moglie Valentina non ci stanno, fanno un gran respiro e poi raccontano: «Con gli operatori è il caos, ci hanno parlato con strafottenza. Eravamo abituati a brave persone, ad autisti volenterosi e bravi ma ora c'è una disorganizzazione totale.». L'episodio, avvenuto proprio nella giornata di ieri, è infatti l'ultimo di una serie di inconvenienti capitati da inizio anno a questa parte. Il servizio di trasporto degli studenti disabili infatti è iniziato con due settimane di ritardo rispetto all'anno scolastico e, come se non bastasse, i genitori sono stati avvisati all'ultimo: «Ci hanno chiamati il venerdì, tre giorni prima dell'inizio della scuola (lunedì). Le sembra normale? Come facciamo noi a organizzarci?». Difficile dar torto al signor Gian Franco.

Gian Franco: "Ho scritto alla sindaca"
Quello che pesa soprattutto ai genitori degli studenti disabili è la difficoltà nell'instaurare un contatto diretto con la Tundo. Le rare volte in cui si riesce a instaurare un dialogo, le risposte non sono certo convincenti: «Pensi, mi hanno detto che una settimana ancora e si sarebbero organizzati meglio: peccato a metà novembre qui chiuda tutto». Sì, perché se la situazione attuale è già di per sè critica, il futuro purtroppo non riserva notizie migliori. La possibilità che il servizio possa non essere garantito a partire dalla seconda settimana di novembre sino a fine anno è reale. Mancano i fondi, circa 380.000 euro, per arrivare a fine anno, a quel 23 dicembre che per gli studenti disabili pare un miraggio. L'amministrazione ha fatto sapere di voler far di tutto per non negare un diritto fondamentale come quello allo studio ai 460 ragazzi coinvolti nel servizio di trasporto. Quando chiediamo al signor Gian Franco se è riuscito a parlare con qualcuno dell'amministrazione, il padre di Daniele sospira e ammette: «Sì, ho mandato una mail al sindaco e mi ha anche risposto. Nessuno però, fin ora, ha fatto nulla. Le dico la verità: per i disabili nessuno fa mai niente».