20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
La storia a lieto fine

Rapito dalla madre nel 2011, bimbo di Moncalieri ritrovato in Croazia

Risolto il giallo del piccolo Cesare Avenati, portato via dalla mamma quando aveva solo due anni. La donna è stata arrestata 

MONCALIERI - L’incubo di papà Alessandro Avenati è finalmente finito: suo figlio, il piccolo Cesare detto «Cesarino», che la moglie aveva rapito cinque anni fa e portato in Croazia, potrà presto tornare a casa. Le forze dell’ordine lo hanno rintracciato nel paese balcanico dopo lunghe e tormentate ricerche e la madre, Nina Kuluz, 43enne croata, si è consegnata ieri alla polizia locale che l’ha arrestata per sottrazione di minore.

La fuga tra Croazia e Bosnia
Un giallo che pareva senza fine, iniziato l’8 aprile del 2011 quando Cesare aveva solo due anni. I suoi genitori sono in crisi da tempo e Nina decide di partire per la Croazia portandosi dietro il figlio e nascondendolo dai suoi parenti. A luglio il Tribunale di Spalato sentenzia il rimpatrio del bimbo, ma l’esecuzione del provvedimento non può avvenire perché Nina ha nel frattempo trovato riparo da sua cugina in Bosnia-Erzegovina. Così la misura del rimpatrio da esecutiva diviene «forzata» ma, incredibilmente, a novembre 2011 i giudici annullano il provvedimento per paura che il piccolo Cesare tornando in patria possa risentire di alcuni traumi.  

Il mandato di cattura per la madre
A ribaltare tutto arriva però la sentenza del Tribunale della Contea croato, che il 6 agosto 2012 ordina il rientro definitivo del bimbo. Nel frattempo la giustizia fa il suo corso anche a Torino e il 12 novembre il Gip ordina l’arresto di Nina con l’accusa di sottrazione internazionale di minore all’estero, a cui fa seguito il mandato di cattura emesso dal Tribunale di Spalato nell’aprile 2013. Intanto le ricerche proseguono e si fanno sempre più serrate grazie a nuovi elementi che permettono di fare terra bruciata attorno alla madre, la quale alla fine decide di costituirsi. 

L’epilogo
Dopo il ritrovamento di Cesare la polizia ha informato immediatamente sia il papà Alessandro che l’ambasciata italiana a Zagabria. Nell’attesa di riabbracciare di nuovo suo padre dopo cinque anni, il piccolo è stato ora affidato ai nonni materni sotto il controllo dei servizi sociali croati.