29 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Incidente di piazza Castello

Un malore improvviso dietro la tragedia di piazza Castello. «Addio Alberto, è tutto così assurdo»

L’autista del furgone che nella tarda serata di sabato ha travolto e ucciso Alberto Boccato in piazza Castello sarebbe stato colpito da un malore improvviso e da una perdita di coscienza transitoria che in medicina prende il nome di «sincope»

TORINO - Sull’asfalto non ci sono segni di frenata, ma lui si è fermato a soccorrere la persona investita e ed è risultato negativo all’alcol test. L’autista del furgone che nella tarda serata di sabato ha travolto e ucciso Alberto Boccato in piazza Castello sarebbe stato colpito da un malore improvviso e da una perdita di coscienza transitoria che in medicina prende il nome di «sincope». Il conducente, italiano di 50 anni, era autorizzato a transitare in via Garibaldi con il suo mezzo perché dipendente di una cooperativa, la «Barbara B», che si occupa di pulizie delle strade. All’improvviso però si sarebbe sentito male e perso i sensi, tanto da sbattere il volto contro il volante del furgone e riportare un piccolo trauma cranico di cui si sono occupati i medici dell’ospedale San Giovanni Bosco. La versione della sincope sarebbe stata giudicata veritiera anche da questi ultimi. A quanto pare inoltre, il cinquantenne al volante del furgone impazzito soffre di stress e pressione alta che tiene sotto controllo con una pastiglia.

Prima di essere travolto la vittima ha salvato la compagna
«Non riesco a crederci! Soprattutto non te ne fai una ragione quando volano in cielo persone come te! Eri un signore in terra e lo sarai anche in cielo». Questa è una delle tante frasi che oggi compaiono sulla bacheca Facebook di Alberto Boccato che di professione faceva il decoratore e abitava vicino il centro di Montanaro, comune del Canavese che conta poco più di 5mila abitanti. L’incidente che l’ha strappato alla vita è avvenuto sotto gli occhi di molte persone che lo hanno visto salvare la compagna, spinta con forza per evitare che il mezzo beccasse anche lei, prima di rimanere schiacciato contro il chiosco dell’edicola.