Tutto contro Daniel Hackett
Il giocatore, che ha abbandonato il ritiro, è stato sospeso per sei mesi dalla federazione. Ha chiesto scusa e ha accettato una riduzione di stipendio da Milano. Ma la querelle non è finita qui. Contro di lui anche i compagni di nazionale che hanno diffuso un comunicato nel quale prendono le distanze dall'ex compagno.
MILANO - Tutti contro Daniel Hackett, anche i compagni di nazionale. Il giocatore, che ha abbandonato il ritiro, è stato sospeso per sei mesi dalla federazione. Ha chiesto scusa e ha accettato una riduzione di stipendio da Milano. Ma la querelle non è finita qui. Contro di lui anche i compagni di nazionale che hanno diffuso un comunicato nel quale prendono le distanze dall'ex compagno. «Desideriamo chiarire - si legge nel testo diffuso tramite la Federazione - la nostra posizione rispetto alla vicenda che ha coinvolto Daniel Hackett. Non vogliamo essere giudici di nessuno. Siamo in primo luogo persone e poi atleti professionisti che della propria passione hanno avuto la fortuna e il merito di fare il proprio mestiere, conservando ed alimentando l'amore per la Maglia della Nazionale. Dopo aver sentito diverse versioni dell'accaduto, abbiamo atteso l'epilogo della vicenda per raccontare, noi che lo sappiamo, come sono andati realmente i fatti».
I compagni di nazionale hanno spiegato che Hackett non solo ha violato le regole, ma anche comportamenti non scritti che hanno pesato sull'armonia del gruppo: «Venire in Nazionale - spiegano gli azzurri - significa rispettare certe regole; tra queste comunicare a tempo debito e attraverso lo staff medico del club, le proprie condizioni fisiche; presentarsi al raduno della Nazionale e lasciare che lo staff medico possa fare le proprie valutazioni. Daniel non lo ha fatto. Poi ci sono le regole non scritte tra giocatori, e Daniel le ha violate. Tra compagni di squadra c'è un codice di rispetto che lui ha infranto. Chiediamo e pretendiamo rispetto da parte di tutti come lo riconosciamo a tutti. Se non si parte da questo presupposto è difficile costruire percorsi virtuosi e durevoli nel tempo, ma solo tragitti impervi e poco chiari».
«Teniamo a sottolineare - proseguono gli azzurri - che in Nazionale nessuno è mai stato costretto a giocare contro la propria volontà, e le condizioni mediche e fisiche di ognuno sono state sempre valutate attentamente dallo staff tecnico e sanitario e ogni volta sono stati studiati percorsi terapeutici e di recupero consoni alle esigenze di ogni atleta. Ci auguriamo che Daniel possa imparare dai propri errori e che in futuro non capitino più episodi analoghi che nuocerebbero alla coesione del gruppo. La stessa coesione che storicamente è sempre stata la pietra angolare dei successi azzurri».