Al via l'impresa di Simone Moro: Dall'Everest a Lhotse
Simone Moro, fra i più noti e attivi alpinisti italiani del momento, tenterà il concatenamento tra Everest (8.848 metri) e Lhotse (8.516 metri) senza ossigeno
ROMA - E' iniziata oggi una delle più importanti avventure dell'alpinismo contemporaneo: Simone Moro, fra i più noti e attivi alpinisti italiani del momento, tenterà il concatenamento tra Everest (8.848 metri) e Lhotse (8.516 metri) senza ossigeno: ossia la salita in successione della prima e della quarta montagna più alta del mondo rimanendo ad oltre 8000 metri per tre giorni consecutivi. Tutto in solitaria. Un'avventura tentato più volte, non solo dall'alpinista bergamasco, è mai riuscita.
«Me la figuro difficile, molto difficile. Ma non ho lo stress o l'affanno da prestazione. Proverò a fare tutto quello che sarà possibile, sperando si essere capace e fortunato. L'obiettivo rimane sempre e comunque quello di tornare a casa vivo, vincente o perdente quello è solo un diverso tipo di abito che ti mettono addosso per qualche giorno», aveva detto qualche giorno fa in un'intervista rilasciata al sito planetmountain.com.
Quest'anno a febbraio Moro ha già tentato, insieme a Denis Urubko, la prima salita invernale al Nanga Parbat (8.125 metri). A causa delle pessime condizioni meteo è stato costretto ad interrompere la spedizione durata 51 giorni.
Simone Moro ha conquistato la sua celebrità soprattutto per aver salito in prima invernale tre ottomila: lo Shisha Pangma nel 2005, il Makalu nel 2009 e il Gasherbrum II nel 2011. È salito sulla vetta di sette dei quattordici ottomila ed è arrivato quattro volte in cima all'Everest.