L'Unire vuole 12 milioni per il segnale tv
Lettera inviata ai concessionari di scommesse ippiche, circa 15 mila euro per ciascuna agenzia per la trasmissione delle corse
ROMA - L'Unire chiede 12 milioni di euro arretrati per il segnale tv ai concessionari di scommesse ippiche, circa 15 mila euro per ciascuna agenzia per la trasmissione delle corse, nel periodo compreso tra il 2000 e il 2006. E' quanto chiede l'Ente ippico in una lettera inviata ai concessionari in questi giorni, che riporta alla ribalta la questione relativa alla tv che trasmette nei punti vendita le corse dei cavalli. L'Unire reclama più di 1,5 milioni annui complessivi alle 800 agenzie attive, per il periodo compreso tra il 2000 e il 2004, mentre sale a circa 2,2 milioni il conto annuale per il biennio successivo di trasmissione delle corse: un totale di circa 12 milioni di euro.
Il primo, salatissimo «conto» per i concessionari, preparato dall'Unire diversi anni fa, prevedeva una cifra superiore a 100 milioni, poi rimodulati nel maggio 2004 attraverso una controversa transazione siglata dall'ente ippico e dai «rappresentanti delle organizzazioni maggiormente rappresentative del settore, Sagisport e Snai», successivamente ratificata dai ministeri competenti (Politiche Agricole ed Economia) ma mai applicata concretamente. Ora, è ripartita la nuova offensiva dell'Unire per recuperare la cifra stabilita dall'accordo. «Si è deciso di procedere di comune accordo con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in modo analogo a quanto avviene per il collegamento con il totalizzatore nazionale», si legge nella lettera inviata ai concessionari: a questi ultimi andrebbe l'onere di trasmissione, mentre l'Unire si fa carico dei «costi per organizzazione e funzionamento».
I concessionari hanno trenta giorni dalla ricezione della lettera - che contiene anche un modulo di adesione alla transazione - per saldare quanto richiesto dall'Unire, in caso contrario (e sembra più di un'ipotesi), l'Ente «procederà alla tutela delle proprie ragioni» per ottenere «nella misura integrale il pagamento di quanto dovuto». Secondo notizie raccolte da Agipronews, i concessionari di scommesse sembrano orientati però a opporsi alle richieste dell'Unire: il campo di battaglia sembra quindi destinato a trasferirsi nelle aule di tribunale. Non una novità, per l'ippica italiana.